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Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-04-13

Identificatore: 1932_184

Testo: Cinque minuti con
Salvator Gotta
Da qualche giorno Salvator Gotta è di nuovo in circolazione. Non vogliamo alludere alla produzione letteraria del romanziere canavesano — chè, quella, corn’è noto, non subisce ristagni — ma proprio al signor Gotta in carne ed ossa, poca carne e molte ossa paludate, ora. in un lungo soprabito verde dal collo di sciacallo che, come gli disse Petrolini l'altra sera alla Gazzetta del Popolo, « te sta a pennelli ».
(Coi peli dello sciacallo si fanno i pennelli per la barba).
Salvator Gotta a Torino lo si incontra ad epoche fisse: in autunno quand’egli torna dal suo rifugio marino nel golfo Tigullio e a primavera quando esce dalla sua « officina » di Ivrea, mentre a Milano il « Sior Baldini » prepara e lega i voluminosi pacchi del nuovo romanzo.
In questi giorni abbiamo incontrato Gotta all’Alfieri, al Carignano, in due o tre caffè e al giornale, e qui l’abbiamo affrontato senz'altro con la domanda di rito:
— Vuole dirci qualche cosa sul suo nuovo libro?
— Il libro c'è, infatti, e si intitola « Il gioco del colori ».
— Romanzo provinciale?
— No. Niente provincia, stavolta, e niente Claudio Vela. Diversissimi sono gli ambienti nei quali l’azione si svolge: Genova, Roma, Milano, il fronte della guerra e... Vienna. Tutta una parte del racconto succede alla corte di Francesco Giuseppe nei mesi che precedettero la morte del Sovrano.
— L'Imperatore vi gioca dunque una parte?
— La sua figura è vista di scorcio, brevemente, ma una delle tre protagoniste del libro è una arciduchessa d’Absburgo.
— Tre protagoniste, ha detto?
•••
— Si: un'arciduchessa, una ragazza figlia di commercianti genovesi e una piccola veneta diciottenne, operaia in una tipografia di Milano. Tutto il segreto della mia costruzione sta appunto in queste tre figure femminili, nate da tre strati sociali diversi: aristocrazia, piccola borghesia e popolo; tre colori: azzurro, grigio e rosso.
— Ecco spiegato il titolo...
— Appunto: Il gioco dei colori. Le tre donne (i tre colori), giunte da tre diverse strade, vivono una vicenda che le accomuna, poi le distacca, le riavvicina. Dapprincipio esse sono considerate relativamente ai legami che loro impone la rispettiva loro classe sociale, poi a poco a poco esse si portano su un piano comune, liberano la loro più semplice umanità.
— Codesto variare di ambienti e di trame non può mancare di rendere molto interessante il romanzo.
— Lo spero.
— Lei, naturalmente, ora ne è molto contento?
— Sì, ne sono contento; ma ciò non è poi tanto naturale.
— Perchè?
— Di solito, nel periodo che va dallo scrivere la parola « fine » sull’ultima cartella del manoscritto all’apparire del volume nelle vetrine dei librai, io sono assalito da dubbi e da incertezze di varia natura. Quest’anno, però, l’animo è più tranquillo del solito. Sono specialmente contento della tecnica nuova che ho tentato.
— Una tecnica nuova?
— Le tre vicende che formano il romanzo, procedono a piani nettamente staccati l’uno dall'altro; poi i piani si intersecano in certi punti d'incrocio; le « persone » dei tre racconti sono affatto indipendenti eppure si sfiorano, quasi senza vedersi; gli effetti sono soprattutto di contrasti. Ho cercato così di fermare la « contemporaneità » della vita che si svolge in diversi strati sociali.
— E per dimostrare che cosa?
— Il libro veramente non ha scopo didascalico; ma se una tesi si voglia in esso cercare, essa riguarda la necessità della collaborazione fra le varie classi.
Ma a questo punto Salvator Gotta cambia discorso; poi si congeda, sorridendo.
Telemaco.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.04.32

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Citazione: Telemaco, “Cinque minuti con...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 16 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/440.