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Titolo: Delfino Cinelli

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-01-13

Identificatore: 1932_102

Testo: GALLERIA
Delfino Cinelli
Salutiamo la ricomparsa, in edizione definitiva, d'uno de' migliori romanzi di questi ultimi anni: Castiglion che Dio sol sa di Delfino Cinelli, pubblicato allora e ora nelle collezioni dell’Eroica. Allora: cioè nel 1929, quando l’Accademia Mondadori, onorandolo del premio, l'indicò all'attenzione del pubblico. Ora: perchè il Cinelli ci vuol dimostrare come non sia bastato un premio a metterlo in pace con la sua coscienza di artista: infatti, e gli s'è ripreso pazientemente in mano il suo grosso volume, lo ha riveduto, ripolito, rinfrescato, lo ha passato ad un vaglio severo, ed oggi ce lo ripresenta così come gli piace, definitivo, perette faccia il suo bravo ingresso negli scaffali della letteratura narrativa contemporanea e, vi rimanga sotto la garanzia dell’autore. Dio sol sa quanto costi di dura fatica, di lagrime, di sacrifici questa terra di Castiglione che dà il titolo al romanzo: il quale titolo si completa appunto col modo di dire popolaresco per significare la lotta dell'umanità tenace, paziente, tormentata al fine di strappare alla terra pochi frutti; e spesso poi la terra si vendica, e gli uomini cadono vinti o l’abbandonano e se ne vanno verso altre contrade meno feroci. Romanzo, dunque, di vasta lena e respiro, di folla contadinesca, di folclore nel senso più nobile e meno dilettantesco, cioè di specchio fedele di. costumi e tradizioni; romanzo dove palpita una passione gagliarda, una luce tutta italiana di spirito e di sentimento. La protagonista del romanzo è proprio la terra, che gli uomini servono in umiltà e in devozione, instancabili, disperati, spesso eroici; che non vorrebbero lasciare a nessun costo, e che, se riescono a conquistare, amano d’un terribile geloso amore. Intorno alla protagonista vive e vibra la folla, balzan su caratteri, si precisano episodi, si definiscono contrasti che riaffondano poi nel corso della narrazione come in un fiume rapido che se li porta via sbattendoli contro le prode. La terra li guarda passare, muta, accigliata, ostile: è tiranna, è implacabile. Pia quant'amore sgorga dalle anime semplici verso di lei, quanta passione da quelle che il destino ha già provato e riserba forse a giorni anche più amari! I personaggi. del Cinelli hanno anime di pionieri: e possono per certi aspetti del loro carattere e la tristezza della loro vita accostarsi a quei dissodatori dì abetaie gelate che Louis Hémon rappresentò nel suo romanzo del Canada francese intitolato al nome d’una fanciulla, Maria Chapdelaine. Ma il Cincin ha uno stile e una lingua inconfondibili: viene dal bel ceppo toscano, dalla chiara Toscana rurale pingue di viti e di pallidi olivi, dove le parole suonano senza incrinature e sembran di cristallo. In Castiglion che Dio sol sa confluisce inoltre l'apporto d’una ricca esperienza umana, che in altri libri del. Cinelli ha plasmato e impresso di sè una sostanza drammatica o idilliaca o riflessiva innalzandola in luminosi cieli poetici: e si vedano il primissimo racconto, La trappola, che rivelò nel 1928 lo scrittore, e il romanzo Calafuria, clima di fiaba su sfondi del mar di Toscana che lasciano infine il posto ad una rapida visione del Carso insanguinato; l’altro romanzo Cinquemila lire, e, più recente, La carriera di Riccardo Bononimi. Bibliografia ragguardevole, formatasi in meno di quattr'anni, a conclusione d’una esemplare preparazione spirituale ed artistica. Un giorno il Cinelli, invitato a scrivere di sè, rispose con una quartina che può essere presa per un’autodefinizione:
Questa è la nostra vita d’ogni giorno: uno che se ne va, l’altro che ascolta i passi allontanarsi ad una svolta senza potergli dir: — Vòltati, e torno.
*

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.01.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Delfino Cinelli,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/358.