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Titolo: Come scrivono...

Autore: Massimo Bontempelli

Data: 1932-02-10

Identificatore: 1932_90

Testo: Come scrivono
Caro Diorama, è un vero peccato non essere uno dì quei fregnoncelli quali usavano tanto una trentina d’anni fa; ti avrei inventato che non posso scrivere se non è il novilunio, che scrivendo ho bisogno di tenere i nudi piedi appoggiati a una pantera da latte, eco., ecc. Disgraziatamente posso scrivere a qualunque ora e in qualunque stagione, latitudine, e condizione. Mi basta essere seduto assai comodo in una poltrona con una tavoletta sulle ginocchia, e, naturalmente, della carta e una matita o penna o stilografica.
Scritto un primo getto assai sommario e smozzicato, con quello sott'occhio passo alla macchina, ove metto insieme una stesura decente. Poi ci lavoro sopra a penna, ricopio a macchina, e così via due o tre volte, fin che va, o mi pare che vada.
Rapido o lento? In, generale uno degli articoli della Gazzetta mi costa un paio di giorni di lavoro. Quanto ai romanzi, il tempo è variabilissimo. La Vita e morte di Adria e dei suoi figli la ho pensata in un giorno e scritta nei successivi settantatrè, lavorandoci dieci o dodici ore al giorno. Al romanzo Il figlio di due madri ho pensato un anno, poi ne ho scritto due capitoli, poi ho dovuto aspettare altri due anni prima di riprenderlo. La famiglia del Fabbro la ho scritta in tre o quattro riprese; invece a « 522 » ho pensato per un anno poi l'ho scritto in diciotto giorni, avendo però una quantità di appunti, mentre altre volte non prendo neppure un appunto. E ora vorrei sapere a chi possono importare queste cose, e come va che ti ho risposto tanto sul serio. Massimo Bontempelli.
Una pagina autografa di Massimo Bontempelli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 10.02.32

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Citazione: Massimo Bontempelli, “Come scrivono...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/346.