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Titolo: Francesco Chiesa romanziere

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1938-11-16

Identificatore: 1937-38_52

Testo: IL LIBRO
della settimana
Francesco Chiesa
romanziere
Sant’Amarillide, che dà il nome al nuovo romanzo di Francesco Chiesa (ed. Mondadori - L. 12), non la troverete nel calendario; e invano ne cerchereste l’immagine tra i volti dei mille santi interpretati dall’arte che un giorno Elisa Ricci raccolse. Amarillide è una santa laica, un’invenzione domestica: è una ragazza tutta operosità e buon senso che formando un’eccezione nel disordinato e scervellato ambiente familiare viene talvolta chiamata santa da quelli di casa con un tono di benevolo compatimento. Ne consegue che chi dal titolo del romanzo fosse indotto a pensare ad un ritorno dello scrittore ticinese a miti e a tecniche che lo attrassero nella immediata vigilia della guerra e subito dopo di questa (Istorie e Favole, Vite e miracoli di santi e di profani) sbaglierebbe di grosso. Niente aureole e niente fantasie mistiche. Amarillide è di questa terra, una creatura solida e franca piantata nella realtà. Che poi la sua realtà sia d'una tristezza e d'uno squallore che talvolta serrano il cuore, non toglie nulla alla concretezza del carattere e dell’azione di Amarillide come centro del romanzo. Essa ha intorno a sè gente che non sa vivere nell’ordine, che rinnega non per grandi ambizioni ma per stupida frivolità le leggi della morale e dell’equilibrio; una specie, insomma, di trasposizione femminile del tipo che il Giacosa ha disegnato nel Massimo della sua commedia migliore. L’architettura del romanzo dà modo al Chiesa di sviluppare in un approfondito studio di carattere la sua Amarillide e di darle un rilievo psicologico e lirico, dal quale esce stupendamente affermata l’intima logica di lei e insieme la superiore armonia della sua coscienza e della sua volontà; e non si pensi, intanto, a una qualche virago che s’appropri d’una investitura o missione sul terreno della virtù da salvare: Amarillide, nella quotidiana battaglia contro il male e nel sacrificio ch’essa comporta, non perde nulla della propria femminilità, anzi l’affina e la sensibilizza: e non rinnega la vocazione naturale della donna alla soluzione Sentimentale e appassionata del proprio caso umano. Vediamo, dunque, la saggia Amarillide innamorarsi come si innamorano tutte le donne: ed è proprio a questo punto della vicenda che il Chiesa canta il suo motivo più bello e trova i modi più delicati per il trapasso dal sogno esaltante alla malinconia della delusione, dove quel che poteva esserci di orgoglioso nel carattere d’Amarillide precipita per dar posto d’ora innanzi a una saggezza più calma, riflessiva, caritatevole: nella crisi e nella prova, la fanciulla è maturata in donna.
Ma il romanzo non sì risolve nello studio del carattere e nella storia della crisi d’Amarillide. C’è l’ambiente, ricostruito con garbo, ci sono gli altri personaggi, profilati con tratti vivaci; essi tuttavia non riescono a fondersi, a comporsi in un disegno narrativo unitario. Restano piuttosto in funzione di elementi accessori e aneddotici, fan da coro alla gran parte di Amarillide, che tiene costantemente fissa l’attenzione sopra di sè e sopra il proprio dramma; e i drammi degli altri ci sembrano al confronto tanto meno interessanti e tanto meno autentici quanto più, nel confronto stesso, risulta la loro natura un poco meccanica di fronte alla invenzione piena di verità, di freschezza e di grazia del personaggio d’Amarillide e del gioco spiegato de’ suoi sentimenti.
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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.11.38

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Francesco Chiesa romanziere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 10 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2371.