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Titolo: Osservatorio

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1938-11-16

Identificatore: 1937-38_51

Testo: Libri da resuscitare per la mostra gioia - Il panorama che sbaglia tre punti su quattro Una santa senza posto nel calendario - I ritrovamenti di Diego Valeri e di Gallian
Osservatorio
Proponiamo che...
S’è già detto del programma d’un editore nostro, il Bompiani, che vuol rimettere in circolazione opere ignorate o esaurite da tempo le quali meritano di ritornare fra i vivi; e s’è anche notato come tale programma traduca in pratica l’inchiesta che il Diorama ha iniziato in queste settimane. Naturalmente il giudizio sul merito delle singole opere da ristampare può derivare da considerazioni di carattere assai vario, che vanno dal valore letterario e storico a quello aneddotico e curioso. Non c’è, del resto, esempio di collana di questo genere (i « ritorni », infatti, non sono un’idea nuova: parecchi editori italiani dell’Ottocento l’attuarono sotto forme diverse ma con obbiettivi quasi simili) dove codesti diversi elementi non entrino in funzione con alterna fortuna, ora accettando come preminente il criterio della valutazione letteraria, ora dando il passo al richiamo del documento raro e della curiosità. Comunque il Bompiani, poiché ci si è messo con tanto impegno, non ha che da guardarsi attorno: e libri da resuscitare ne troverà a dozzine. Anche noi possiamo suggerirgliene qualcuno, attingendo semplicemente alla memoria e magari a qualche appunto che abbiamo accantonato via via che la penna li veniva segnando ogni volta che le nostre ricerche ci portavano a constatare, e a dolercene, che la tale o talaltra opera non si trovasse più a portata di mano. (Caro Bompiani, non si tratta di appunti da servire per i posteri; ma soltanto per i viventi, e per il sottoscritto nella fattispecie, che segnandosi il titolo d’un libro introvabile nutriva la speranza di scovarlo un giorno o l’altro nei cataloghi delle librerie antiquarie. E sulle « scoperte » che questi favoriscono si potrebbe scrivere un intiero capitolo di varietà letteraria, come dicevano i nostri padri).
Per tenerci alla letteratura italiana, la prima riserva da mettere a contribuzione è quella dei diari e dei carteggi dei viaggiatori, cominciando dal Frescobaldi, dal Sigoli e dal Gucci, che rappresentano la voce e la coscienza di quei pellegrini italiani che visitarono i Luoghi Santi nell’aureo Trecento ed eran già dei tardissimi epigoni dei romei che si recarono in Palestina fin dal secolo IV. Poi dovrebbero venire i dodici ragionamenti del Carletti sulle cose vedute, cadendo il Cinquecento, ne’ suoi viagai intorno al mondo; ma, naturalmente, si tratta d’opere da aggiornare e illustrare con corredi di note storiche, geografiche e filologiche, non da abbandonare a se stesse. Poi ristamperei: gli « Scenari » della Commedia dell’Arte, che Adolfo Bartoli pubblicò or è mezzo secolo e che sono irreperibili; i Consulti medici di Francesco Redi, interessantissimi per la storia del costume nel Seicento; le lettere del Metastasio, di cui il Carducci pubblicò nel 1883 il primo volume, che non fu più seguito dagli altri; il Manoscritto d’un prigioniero e il carteggio amoroso del livornese Carlo Bini, uno degli ingegni più originali del Risorgimento; le Memorie di Giovita Scalvini, tipico romantico in vita e in morte; un’antologia della Scapigliatura dal Rovani a Carlo Dossi...
Tra gli stranieri, ecco le lettere di Goethe a Carlotta von Stein; le Lettere a Sofia di Mirabeau; il Giornale di Schumann e di Clara Schumann; il Viaggio in Italia di Saint-Beuve; gli articoli scritti da Stendhal per le riviste inglesi (noti col titolo complessivo di Courrier Anglais), dove si parla molto di cose d’Italia; il carteggio tra Giorgio Sand e Alfredo De Musset; i saggi di Gobineau sulle religioni e le filosofie asiatiche; le Serate di Pietroburgo di Giuseppe De Maistre...
E si potrebbe continuare. Ma già tra i titoli citati si annida la possibilità di qualche riesumazione di sicuro successo.
Vent'anni dopo
È apparso nelle « Nouvelles Littéraires » un panorama della letteratura europea dopo l'armistizio, il consuntivo di vent'anni di esperienze, orientamenti e conquiste in sede artistica, partendo dal presupposto che la fine della guerra segnò l’inizio d’un nuovo periodo nella storia delle lettere in Europa. Nel paragrafo che riguarda l'Italia, il consuntivo si esprime così:
« Dopo la guerra il movimento più importante di questo genere (disciplina della forma) fu quello che Vincenzo Cardarelli e il gruppo della Ronda fondarono in Italia e al quale parteciparono degli scrittori del valore d’un Emilio Cecchi e d’un Antonio Baldini. Da qui nacque il frammentismo, vale a dire la preferenza accordata al pezzo di prosa ben lavorato su temi della fantasia romantica più vasta e più libera. Per conseguenza, ancor oggi la novella è un genere meglio coltivato in Italia che non il romanzo, e non è che da pochi mesi che si può contrapporre ai brevi capolavori d’un Arturo Loria, d’un Giovanni Comisso o d’un Aldo Palazzeschi, un romanzo come quello di Riccardo Bacchelli, Il mulino sul Po... ».
Il ragionamento filerebbe benissimo se non dovessimo osservare:
1° che l’atto di nascita del frammentismo è anteriore alla guerra, e si può far coincidere con le esperienze del gruppo fiorentino della Voce;
2° che non ne consegue proprio nulla per quanto riguarda la novella, la quale è un genere nostro, di tradizioni secolari, che ha avuto in ogni tempo cultori insigni, dal Boccaccio a Pirandello;
3° che il romanzo italiano ha avuto proprio nel ventennio dal 1918 ad oggi una sua stagione (più o meno felice), e che per contrapporre qualche buon romanzo ai brevi « capolavori » narrativi citati dall’ebdomadario parigino non abbiamo dovuto aspettare Il mulino sul Po, per la semplice ragione che lo stesso Bacchelli aveva già scritto Il diavolo al Pontelungo nel 1927, Bruno Cicognani La Velia nel ’28, Mario Viscardini Giovannino nel ’30, Aldo Palazzeschi Le sorelle Materassi nel ’34; e Francesco Chiesa Tempo di marzo e Villadorna e Mario Sobrero Pietro e Paolo, e Moravia Gli Indifferenti, per non citare che i primi titoli che ci vengono sotto la penna.
l.g.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.11.38

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Citazione: Lorenzo Gigli, “Osservatorio,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 10 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2370.