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Titolo: Una parola al giorno: Cravache

Autore: Paolo Monelli

Data: 1932-10-12

Identificatore: 1932_449

Testo: Una parola al giorno
Cravache
Parola francese, ma d’origine slava, corbac’, venuta dal russo attraverso il tedesco in Francia, ed accolta da noi con tutto l'entusiasmo con cui abbiamo preso cento altre parole straniere che si riferiscono a cavalli e a cavalieri. Noi abbiamo, per rendere perfettamente l’idea, scudiscio, frustino, sferza; ma la parola cravache ha un suono spavaldo e cavalleresco per cui è preferita alle più modeste parole nostre. Ci pare tuttavia che anche scudiscio abbia un certo valore fònico» con un suono sibilante che ne rende quasi il fischio nell’aria, che non è inferiore a quello della parola francese. Scudiscio è antica parola latina, scùtica; Dante ha scuriada, ancor vivo come scuriata.
In alcuni dialetti d’Italia s’ode la parola fuetto, che non è altro che il francese fouet, cioè bastoncino flessibile, scudiscio. Fuetto viene, per quanto non sembri, dal latino fagus, italiano faggio, attraverso il vecchio francese fou; diminutivo di fou, fouet significò prima fascio di verghe, poi verghetta (di faggio); quella che in certi dialetti della valle del Po si chiama strofa.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 12.10.32

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Citazione: Paolo Monelli, “Una parola al giorno: Cravache,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/705.