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Titolo: Mario Viscardini

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-07-20

Identificatore: 1932_332

Testo: GALLERIA
Mario Viscardini
Taluno che abbia seguito le corrispondenze egiziane inviate quest’anno da Mario Viscardini al nostro giornale, potrà credere che il titolo del suo nuovo libro, La piramide capovolta, presentato da Carlo Saggio nelle edizioni « Scrittori nuovi italiani e stranieri » (Milano. 1932), abbia riferimento a quelle, si connetta con la recente attività giornalistica del Viscardini. Si tratta invece d’un romanzo dove, come dice il presentatore, « un maestro spirituale che si professa medico dell'anima offre asilo gratuito e sereni consigli a quanti ne hanno bisogno ». La dichiarazione investe tutta la portata morale del ciclo al quale La piramide capovolta appartiene: secondo romanzo d'un trittico di « Ardo, l'entusiasta », inaugurato Vanno scorso con La casa del genere umano e che sarà concluso tra breve con La vita senza cielo. I titoli non traggano in inganno: niènte simbologia, niente tesi da svolgere, ma una narrazione, nel limpido e costruttivo stile viscardiniano, in forma di memorie d'una vita stranamente ricca di concezioni audaci, di significative esperienze e d’alte meditazioni, collocale dalla fantasia dell'autore nella storia di tempi non lontani. Dunque, un ciclo avvenirista, non nelle direzioni positivistiche care alla maniera d'un Wells che il senso del divenire della scienza possiede assai più agguerrito di quello della storia; ma un cielo d'avventure umane proiettato su orizzonti che la ricca e dolorosa esperienza morale, civile, psicologica del nostro mondo sconvolto rischiara con fasci di luce proiettati in potenza. Nei due romanzi finora apparsi il programma viscardiniano, sorretto da una rigida coscienza artistica, è svolto con una straordinaria ricchezza di apporti d'una sensibilità al calor bianco e di una facoltà d’introspezione che punta sul bersaglio con la dritta inesorabilità d’una spada. L'utopia di Ardo è, in fondo, la continuazione e lo svolgimento dell'utopia romantica di Giovannino, l’eroe indimenticabile del romanzo che rivelò il Viscardini, e portò di colpo questo non più giovane ingegnere, uomo di numeri e di calcoli, poeta della colonna e del cemento armato, alla notorietà letteraria meritatissima. Il gusto architettonico delle proporzioni si sente in tutta l'opera narrativa del Viscardini, al quale il passato di studioso e di costruttore fornisce una visione della realtà per volumi e masse (un precedente illustre nella letteratura europea dell'ottocento c'è, ed è quello di Thomas Hardy, architetto, poeta e romanziere, che oggi riposa sotto le regali volte di Westminster). Nella Piramide capovolta, Ardo, fatto vecchio, continua la narrazione in prima persona, espone le fasi del proprio dramma con la dignità e la semplicità dei filosofi veri, creando un alone di poesia al mondo dei propri pensieri e dei propri sogni. Egli insegna a sopportare, ad aver coraggio, ad adoperare la tolleranza contro l'odio, la forza e la crudeltà contro sè medesimi. Anche Ardo, come l’eroe romantico di Chamisso, sente prima lo sgomento della solitudine; « poi la sente popolata da Dio e dalle sue creature, e allora gli pare d'essere ancora un figlio prediletto dal cosmo e nel silenzio adora le sante parole del vento e le carezze del sole ».
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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 20.07.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Mario Viscardini,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/588.