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Titolo: Questa mattina non si recita per niente affatto

Autore: Alberto Cecchi

Data: 1932-06-22

Identificatore: 1932_287

Testo: PARODIE
Questa mattina non si recita
per niente affatto

Dramma da guardarsi bene dal fare
Personaggi:
L’AVV. ISGRÒ Don Nuzzo Forìa
LA SIGNORA BIVORNI TRE E NOVE
L’attore Malbellina
Il DIRETTORE DEL TEATRO IL BARONETTO PATARNA
ATTO TERZO
SCENA XVII
L’attore Malbellina - L’avv. Isgrò
Isgrò — No, permetta. Questo sono io fuori, per la città, con questa barbetta grigia, ecco, e questi città, e queste sopracciglia affoltite, e i capelli ispidi sulla fronte come una corona di spine, già, una corona di spine. Lei m'intende. Ma una volta qua dentro, in casa mia, qua, torno ad essere io, io davvero, come sono davanti a me stesso, come a un tribunale spietato. Mi. scusi. Lei credeva, anche lei, che questa barbetta e questi baffi e tutto questo pelo fossero l'avvocato Isgrò, vero? Niente. Niente. Entro qui dentro e d’un subito mi cangio. Vuol saper come? E sia. E' nel suo diritto. (Si strappa la barbetta, i baffi, le sopracciglia, i capelli e li depone sul tavolo, ordinatamente, restando calvo e glabro). Eccomi qua, cangiato, come le dicevo, in me stesso. Il vero Isgrò, non l'avvocato, il celebre avvocato — m'intenda bene — ma Isgrò quale l’ha messo al mondo e conosciuto la madre sua.
Malbellna — Ma, perdoni, egregio avvocato...
Isgrò — No, caro. Niente perdoni, niente egregio, niente avvocato. Isgrò, questo si, Isgrò e solamente Isgrò!
Malbellina — Ebbene, Isgrò, se devo dirle la verità...
Isgrò — Oh, bella! La verità! E come può, lei, dire « la verità »? La verità, per tutti quelli che mi. incontrano per la strada, è una verità pelosa, con quella barbetta e i baffi e il resto. E invece qui la verità è nuda, rasa come la mia lesta e le mie guancie. O dunque!
Malbellina — Ma, mi. scusi, io adesso parlo alla verità che vedo, a quello che constatano i miei occhi!
Isgrò — I suoi occhi! Ma li chiuda un momento i suoi occhi, benedetto Iddio, e si attenti a evocarmi. E subito le apparirà un Isgrò avvocato, con l'onor del mento, e delle labbra e del cranio, no? Perchè, vede, quella falsità, che per me è falsità, per lei è verità, da tanto che s'è abituato a vedermi così e soltanto cosi. Verità sacrosanta, legittima. E invece la sua verità, per me, è una falsità, per me che mi conosco dentro. E come potrebbe una falsità vera parlare e intendersi con una verità falsa?
Malbellina — Perchè io ora so, conosco, ho veduto...
Isgrò — Ha veduto che Isgrò, vuol dire, non è questo cui lei parla, ma piuttosto quell’altro li sul tavolo, quell'ammasso di peli. E lei crede che i peli abbiano un'anima. Cose da trasecolare. Lei non può parlare nè con me nè con lui perchè, ecco, io non sono più io, sebbene sia io, e la barba è la mia barba, ossia una parte integrante di me stesso, sebbene non sia la mia barba. (gridando) Ah, signori miei, credevate di farmela, di costringermi in un angolo a guardarmi con tutta la vostra ferocia dì uomini civili! Avreste voluto dirmi: « Eccolo lì, l’avvocato Isgrò, col suo bravo apparato piloso ben ravviato, filo per filo »! Eh, eh! No, cari, no. L’avvocato Isgrò non esiste, non c’è più. Scomparso, svanito. Lo cerchi qua, ed è sul tavolo, tutto peli; lo cerchi sul tavolo ed è qua, lutto carne. Voglio divertirmi, sa. E voglio che lo sappiano tutti. Ci devono essere tutti, a capire che non mi hanno mai capito. Tutti intorno a me, sulla scena della vita. Tutu sulla scena! Tutti sulla scena!
(A queste parole, gli attori della Compagnia, credendo a un ordine di scena, si precipitano di tra le quinte sul palcoscenico, in disordine. La confusione è al colmo. Nessuno sa cosa dire. Isgrò continua a gridare. Gli spettatori non capiscono più nulla. Fra pirandelliani e antipirandelliani scoppiano baruffe, litigi, colluttazioni. Volano randellate. Un ammiratore fanatico del maestro tenta strapparsi ad uno ad uno i peli dei mustacchi, gridando: « Non sono io! Non sono io! ». I carabinieri fanno sgomberare la sala).
LUIGI PIRANDELLO e per copia conforme
Alberto Cecchi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 22.06.32

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Citazione: Alberto Cecchi, “Questa mattina non si recita per niente affatto,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/543.