Diorama Letterario

Titolo: Una parola al giorno: Gaffe

Autore: Paolo Monelli

Data: 1932-05-04

Identificatore: 1932_223

Testo: Una parola al giorno
Gaffe
La gaffe, in francese, indica uno spuntone fornito di ferro o di bronzo in cima, con una o due alette uncinate di costa per afferrare o respingere; l'arnese del ganzèr veneziano, che Dante chiama ronciglio, e a Livorno secondo il Guglielmotti si chiama mezzo-marinaro, e nell' Adriatico e altrove alighiero, anghiere, e simili. Questo termine alighiero, comune fino dai tempi più antichi da Venezia giù giù fino sotto Ancona, per indicare tanto l'arnese quanto il marinaio prodiere che se ne serviva per accostare o allargare, avrebbe dato il nome al nostro sommo poeta, checché fantastichino i tedeschi che vogliono vederci una origine germanica. Cacciagui da infatti sposò una ferrarese della marina, che traeva il cognome di Alighieri con ogni probabilità dal mestiere della sua gente marinara: « mia donna venne a me di Val di Pado — e quindi il sopranome tuo si feo ». Chi ne vuol sapere di più sull'argomento cerchi il vocabolario marino e militare del padre Guglielmotti a questa voce.
I francesi per traslato indicano con la parola gaffe una maladresse, un'azione goffa non proprio un granchio, per cui « più usato il termine bévue o brioche. Noi a bocca aperta trangugiamo tutti questi modi di dire. Ma il popolo nell’ Italia settentrionale dice nello stesso senso tòpica, derivando la parola da una carica tura del linguaggio filosofico. E noi consigliamo tòpica ai nostri lettori, vocabolo che del resto abbiamo visto usato da qualcuno dei nostri giovani scrittori. Chi volesse tradurre letteralmente gaffa è avvertito che questo termine nel gergo furbesco indica la po lizia; che aggaffa, che arronciglia il colpevole come i diavoli di Dante arroncigliavano i barattieri.