Diorama Letterario

Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-02-24

Identificatore: 1932_134

Testo: Cinque minuti con...
Mario Sobrero
Mario Sobrero, retour da Parigi, è torinese per un'ora. Gli domandiamo:
— Novità in vista?
Risponde: — Mentre si pubblicano le visioni di Roma, espressione, dovrei dire, dei miei rapporti personali con la grande città, ho terminato l’altro libro, Corrispondente di guerra.
— Ricordi?
— Piuttosto la guerra come ora mi sembra che fosse. Ed in ogni modo, la guerra veduta in condizioni diverse e con occhi diversi da quelli del combattente: veduta da uno che vi ha intimamente partecipato, che l’ha seguita con passione e conosciuta con sacrificio, ma continuando ad essere soltanto ciò che era prima, scrittore e giornalista, perchè così doveva essere anche con l'uniforme indosso del combattente. Semplice spettatore della guerra non è stato nessuno, nemmeno chi è sempre rimasto a casa sua in luogo lontano dal fronte. I corrispondenti, poi, nella realtà-guerra, si trovavano in una condizione tutta particolare, dalla quale nasceva il loro dramma, differente per ciascuno di loro, com'erano differenti le loro maniere di viver la guerra e di sentirla.
— Un libro che interesserà molta genie.
— Spero. Del resto, il carattere del libro ed il suo interesse dovrebbero soprattutto consistere nell’aspetto vago, nel colore forse un poco favoloso che quegli avvenimenti, quel mondo han preso attraverso il tempo, in una rievocazione nella quale il ricordare e l'immaginare si confondono inseparabilmente.
— E poi? Questo non può essere tutto. Non ha un romanzo in cantiere?
— Si, lavoro ad un romanzo, se i necessario assegnarlo ad un genere, che credo nato con me e che s'è venuto facendo dentro di me a misura che ho vissuto. Non autobiografia; il suo procedimento non somiglia neppure a quelli dei miei romanzi precedenti; opera costruita in modo che vi entri quanta più vita è possibile, come a me pare che la vita sìa.
— Uscirà quest'anno?
— Non mi dò alcun pensiero nè di quando sarà finito, nè della mole che avrà, nè di chi lo vorrà leggere, nè di chi io potrà pubblicare. Desidero sola mente che la mia esistenza diventi questo libro. Telemaco.