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Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-03-09

Identificatore: 1932_76

Testo: Cinque minuti con...
Silvio d’Amico
— So che esce in questi giorni un vostro libro, Certezze. Cos’è?
— Non si nomina mai il teatro.
— Possibile?
— Possibilissimo. Sono scritti e confessioni di tutt'altra natura: lasciatemi, qui, il pudore di non parlarne.
— Ma chi ha bevuto berrà...
— Certo; e io seguito metaforicamente a bere, oh se sèguito!, a quella vecchia fonte teatrale, che altri predica esausta.
Di conseguenza, sùbito dopo quel mio libro, lo stesso editore Treves ne pubblicherà un altro, sul Teatro italiano, nel Novecento.
— A proposito; alcune settimane fa m’è capitato sott’occhio un giornale milanese dove vi si dava del « conservatore ».
— Lo so. E’ stranissimo; dacchè quanto ad arte scenica io non faccio se non ripetere da quasi vent'anni che in Italia non c'è niente da conservare, bensì tutto da rifare: e quanto a letteratura drammatica ho sostenuto sempre che il nostro secolo ha ben superato, in senso estetico e nazionale, il precedente, al prezzo d'avere abbandonate le cattive tradizioni ottocentesche.
— Ricordo, infatti, la vostra polemica di dieci anni fa con Marco Praga sulla fine del verismo borghese...
— Ecco. Appunto in essa per la prima volta si parlò di nuovo teatro, nel senso poi dato a questa locuzione intorno al 1925. Che cosa sia stato questo nuovo teatro, e quale nuova e feconda crisi stia ora attraversando, si tenta di studiare nel mio libro.
— Intanto, per fornire uno strumento alla desiderata rinascita del teatro, è venuta fuori la rivista « Scenario ». Quali intenti si propone?
— La rivista, nata con la preziosa e animosa collaborazione del giovine amico mio Nicola de Pirro, si propone dì mettere gl'italiani al corrente, per quanto è possibile, della vita di tutte le arti della scena in Italia e nel mondo, seguendole e commentandole da un punto di vista bene italiano. E quotidianamente seguo i passi che, grazie a Giuseppe Bottai e a Gino Pierantoni, il mio progetto per la creazione dell’Istituto Nazionale del Teatro Drammatico sta facendo, giorno per giorno, dalle pagine dove per la prima volta fu esposto, verso una concreta e vivente realtà.
Bruno Cicognani
— Complimenti all'autore di Villa Beatrice. E ora che cosa farà seguire alle avventure di questa infelice e coraggiosa eroina?
— Attendo a finire L’Età favolosa: che è il libro dei ricordi della mia fanciullezza; ma. che vuol soprattutto essere una rappresentazione di costumi, di idee, di persone, insomma del mondo d’allora: almeno di quello agitatosi vicino a me, nel quale eran uomini come il Carducci, il Nencioni, tutti gli altri amici dì lui...
— Sarà un saporito volume di ricordi. Ma là prosa narrativa non vuol essere abbandonata...
— Nè io l’abbandonerò. Pubblicherò, infatti, nel ’32, almeno spero, una raccolta di novelle. Il carro di Boote, e poi anche un libro di « poemetti in prosa »: qualcuno ne è apparso digià sui giornali; quello, per esempio, che aveva per titolo « L’omino che ha spento i fuochi» :e sarà, forse, questo il titolo del libro.
— E' vero che i suoi amori col teatro continuano?
— Verissimo. Lavoro alla tragedia di Filippo II; e son a buon punto. Quando l’avrò finita, mi auguro di trovare una Compagnia italiana che l’accetti e sia capace di rappresentarla: sarà un bel fatto.
— Non bisogna mai disperare.
— A chi lo dice! Ad ogni modo io mi consolo col mio lavoro. Fo l’avvocato, sì, ma il nero sul bianco non lo metto solo sulla carta bollala. Le confiderò, ver chiudere, che intanto sta prendendo forma il concepimento di un terzo romanzo; ma di questo se ne potrà riparlare, se Dio mi dà vita, fra quattro o cinque anni.
Telemaco.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 09.03.32

Citazione: Telemaco, “Cinque minuti con...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 13 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/332.