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Titolo: Bonaventura Tecchi

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-01-06

Identificatore: 1932_74

Testo: GALLERIA
Bonaventura Tecchi
Qualche anno dopo la guerra, un volumetto aldino di frammenti e notarioni, Il nome sulla sabbia, propose per la prima volta il nome del Tecchi all'attenzione dei lettori di gusto. Èravamo nel clima autobiografico d'un Journal intime trascritto con delicatezza, quasi con pudore, in un isolamento completo spirituale e fisico dal mondo esterno e dalle sue esigenze d’ordine realistico e visivo. Era, il libretto, un passaporto, una carta d'identità con pochi dati sommari ma abbastanza precisi per circoscrivere e ritagliare un profilo: e di li si affacciava alle lettere uno scrittore ancora acerbo, chiuso in un cerchio di nostalgia, romantica, straniato dalla realtà quotidiana, artista in potenza, regolato da una volontà di controllo e da una sensibilità critica le cui prove tangibili non dovevano farsi molto aspettare. Dalla Svizzera e dalla Germania dove s’era messo a studiare a fondo la letteratura tedesca antica e moderna cosi da riuscire — e i lettori di questo giornale lo sanno — una guida preziosa e un informatore sicurissimo, il Tecchi era intanto calato in Italia e, ancoratosi sulle rive dell’Amo, aveva dato mano al suo secondo libro, uscito nel ’27 col titolo Il vento tra le case; racconti stavolta, e racconti d'amore; meglio, tentativi di dipanare l’ingarbugliata matassa della psicologia e sensualità femminile. Intanto il critico si precisava nelle proporzioni e possibilità acquistategli dalla lunga preparazione col saggio su Wackenroder le basi teoriche del romanticismo edito nel ’27 dalla rivista fiorentina «Salaria», presentazione e analisi riuscite dello scrittore tedesco nel quadro delle idee romantiche e della sua capacità, fatta di cautela e insieme di audacia, di accostarsi alle cose e di toccarle. Oggi il Tecchi ritorna a noi in veste di narratore, con Tre storie d’amore (ed. Treves), bel dono di questo principio d’anno. Delle tre, la nostra simpatia punta risolutamente sulla seconda storia, Amalia, avventura amorosa d'una donna ricostruita dall’interno, con un procedimento che scava in profondità: lo studio psicologico dei due personaggi centrali è quanto mai preciso, minuto, circostanziato, sensibilissimo.
Finezze di osservazione e finezze di stile danno a questo racconto un tono nettamente superiore, anche se negli altri due il Tecchi, riscattatosi dalle esigenze autobiografiche e dalle seduzioni dell'intimismo, tratta problemi mo rali di vasto interesse umano. Il fondo melanconico delle storie, che si concreta in Amalia nella rappresentazione d’un grigio ambiente provinciale, affiora con particolari finissimi così attraverso l'impostazione umoristica del terzo racconto (I grassi) come attraversa la cupa atmosfera del primo (I gatti), che risente dell’influenza di certa letteratura tedesca amante del pauróso e dello strano.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 06.01.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Bonaventura Tecchi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/330.