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Titolo: Interviste fulminanti: Giuseppe Ravegnani

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-06-14

Identificatore: 1939_182

Testo: Interviste
fulminanti
Giuseppe Ravegnani è sul punto di licenziare alcuni libri nuovi. Motivo per cui lo abbiamo assalito nel suo buon ritiro ferrarese, che è, come si sa, il fortilizio libresco della Biblioteca Ariostea. Ravegnani, alle nostre domande, ha subito risposto:
— Il primo libro, dal titolo Il novecento letterario italiano, non è che la ristampa, riveduta e corretta, della prima serie dei « Contemporanei » da tempo esauritissima e ricercata...
— La ragione del cambiamento del titolo primitivo?
— È presto detta. L’ho cambiato nel desiderio e nella volontà di fare opera complessa e informativa su tutta la cultura del nostro tempo: opera che consterà di parecchi grossi volumi. Infatti, penso di far seguire al più presto altri due tomi (già pressochè pronti): l’uno composto in parte dal materiale della seconda serie (già edita) dei « Contemporanei » e in parte da materiale inedito; l’altro composto invece totalmente di materiale inedito. Dopo questi tre primi volumi, a naturale complemento (ed ecco la novità dell’opera), uscirà un volume di appendice, consistente in una «bibliografìa generale» della letteratura contemporanea. Poscia l’opera continuerà, in altri volumi, e in altre appendici, volendo io allestire anno per anno un documentario della letteratura novecentesca. Come vedi è una impresa che credo abbia il suo interesse, ed io ho la migliore intenzione di portarla a termine: anzi di dedicare a essa il meglio delia mia attività, anche se volontà superiori mi portassero a una cattedra universitaria. Come sai, ho avuto anche io la sorte di De Robertis: cioè l'abilitazione all’insegnamento universitario e la libera docenza in letteratura italiana per l’art. 122...
— Ho visto in questi giorni nelle librerie un tuo volume intitolato Quaderno. Cos’è?
— I sottotitoli delle parti («Fatti personali in prosa», «Fatti personali in versi» e « Prose di fantasia ») ti dicono la natura creativa del libro. Certo, per me critico, esso è compromettente e pericoloso: anzi è addirittura un « giuoco d’azzardo », una « forzatura del destino », come dico nella lettera dedicatoria a Guido Mancini. Ma dico anche che la letteratura ci prende dentro, e ci impegna come uomini, pur considerandola nel suo valore estetico, di parola; e poiché in questo « quaderno » io ho scritto anzitutto per me, cercando di scoprire me a me stesso, e vedendomi nei miei affetti, e invidiando nei miei figli, ragazzi di Mussolini, quella piena giovinezza ch’io non ebbi, pur avendo agito il mio tempo da soldato e da squadrista; tutto questo, e cioè il pensiero di aver dato alla parola letteratura il suo più concreto valore, e di estetica e di umanità, m’ha deciso di pubblicare un libro, che mi fa prosatore, cioè mi mostra sotto un aspetto e una voce tanto insoliti, quanto non giudicati. Se poi ho commesso una sciocchezza, peggio per me!
Giuseppe Ravegnani

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 14.06.39

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Interviste fulminanti: Giuseppe Ravegnani,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 13 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2599.