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Titolo: Terra mia

Autore: Giuseppe Ravegnani

Data: 1938-12-07

Identificatore: 1937-38_71

Testo: TERRA MIA
Sull'immota dolcezza delle foglie pesa il sole d’agosto.
Il tempo, l'ore
cadono cieche nel silenzio spento.
Disteso sulle cose, il lento fuoco del mezzodì quasi si abbuia, immobile, in un chiuso bagliore senza pace.
Cieli diversi mi ricorda l'ora...
Un mare verde, e a mezzo il lungo giorno la terra dove nacqui, spaccata in crepe calde:
riso di melagrane sulle siepi; e la casa dei vecchi tra l'argento arido degli ulivi e il suono molle dei canneti nel vento;
sull’aia il grano e la letizia e il canto prodigioso degli uomini alto nell'aria, allodola solitaria;
dai muri centenari viola l'ombra calava dolcemente: nel respiro i bianchi capelli del nonno santa neve splendevano;
bruciato d'amore, l'occhio ai colli volgeva, alle vigne, ai cieli, in festa l'arcano sorriso di mite patriarca;
e nel suo passo il mio;
l'andar delle mie genti antiche, a me fanciullo ritornanti in sogno a galoppo sui venti;
eredità di sangue
entro le vene a dirmi di mio padre, di mia madre e d'ogni sacro seme, per cui mi riconosco e me nei figli;
intanto, nell'ora solare, voci ascoltavo; dalle tombe aperte uomini d'arme e uomini di Dio all'aia volgevano i passi;
di luce trafitti e d’oro, la croce sul petto, li vedevo alti nel sole, immensi, e pur uguali al nonno: al suo volto che il tempo già fermava;
naufragato in dolcezza, sole e sangue erano grido sull'antica terra; di collina in collina, senza morte, il suo volo correva sino al mare.
Giuseppe Ravegnani

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.12.38

Citazione: Giuseppe Ravegnani, “Terra mia,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 12 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2390.