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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-05-17

Identificatore: 1933_253

Testo: I libri della settimana
Levar del sole
Titolo d’alba del nuovo romanzo di Orio Vergani: Levar del sole (ed. Treves Treccani Tumminelli, - L. 12). L’ultimo in ordine di tempo d’una bibliografia che rappresenta un decennio e più d'attività, dalle novelle L’acqua alla gola in avanti, il quale si svolge tutto in regime di sincerità, e di coerenza e vi si ritrovano gli echi di almeno tre esperienze letterarie, attraverso cui lo scrittore è passato, la futurista, la crepuscolare e la neoclassica. Da esse a volta a volta il Vergani è uscito dopo essersi cercato e identificato in ognuna. Per temperamento e inclinazione lo troviamo quasi sempre più vicino ai crepuscolari, e come tale pronto a inquadrare i suoi campioni d’umanità, sia quelli paradossali e sintetici, di ieri sia quelli veri e. doloranti d’oggi, in schemi romantici. Qualche volta egli indugia sin troppo sui drammi mediocri e le modeste esigenze de’ suoi eroi, si rituffa cioè in pieno nel mondo crepuscolare. Ma è appunto codesta la nota caratteristica, che lo isola in un clan pieno di compromessi e irto di pericoli, contro i quali del resto ha sempre reagito la sua schietta tempra, di scrittore. Se per molti le novelle di Domenica al mare, uscite lo scorso anno, possono essere state la rivelazione d'un Vergani nuovo e diverso, una specie di contraltare-sorpresa al figurino ramoniano tagliato su misura che minacciava di diventare una delle tante formule di liquidazione spiccia ad uso dei lettori superficiali, il romanzo d’oggi dà rilievo all’immagine d'un Vergani emancipato dalla moda provvisoria e dalla tirannia della cronaca brillante, artista che riconosce nella realtà il simbolo d'una verità interiore e la cerca, per riportarla in piena luce sull’altare dell'arte; anche nel Levar del sole il modo di rappresentare codesta realtà si risolve in una posizione iniziale di stupore di fronte alla sostanza umana del racconto: che è poi il segno della grazia., la rinuncia, istintiva ad ogni tentazione di virtuosismo letterario sul piano del transitorio e dell’occasionale. Il nucleo del racconto è un dramma di vita piccolo-borghese in una grande Città, il conflitto di alcuni bassi egoismi scatenati intorno ad un vecchio danaroso che, diventato cieco e non avendo congiunti prossimi se non le famiglie di due figliastri (d'uno anzi si dice che sia figlio suo, da lui non riconosciuto) che gli sono più che estranee, odiose, si tira in casa un ragazzetto, figlio d’una parente povera che sta in provincia, perchè gli faccia da bastone nelle passeggiate quotidiane. La storia di Mario, ragazzo campagnolo, si inserisce nel quadro con attacchi tutta grazia aerea e malinconica: nel quadro, appunto, dove la grossolanità dei personaggi e la volgarità delle passioni sono trattate con arte esperta e raffinata, con mezzi da narratore di stile, che riesce a mettere in evidenza il carattere grettamente materialistico de’ suoi eroi, privi d’ideale, senza calcar la mano o accettare deviazioni in direzioni ironiche o semplicemente realistiche. Dal contrasto tra la volgarità del dramma familiare e. la esperienza che ne fa il fanciullo, rimasto attaccato ai freschi ingenui miti della sua origine, nasce la poesia del racconto. Attorno a Mario aridità di cuori, veleno di segrete invidie, sudici compromessi e tentazioni delittuose; ma tutto questo non lo tocca, rimane estraneo al suo spirito e alla sua fantasia. Il modo col quale egli entra nell'avventura che subito si rivela nelle sue linee meschine, è un modo fiabesco, che introduce all’avventura medesima riscattandola a priori dal suo realismo amaro e creandole intorno un alone di poesia che la presenza costante del piccolo eroe alimenta. L’ambiente borghese, che è uno degli aspetti della società contemporanca nel grigio microcosmo delle città industriali, è rappresentato in scorci spesso potenti sui quali lo scrittore distende il velo leggero della sua malinconia di poeta. Certi tagli di quadro sembrano obbedire al, resultati d’una tecnica moderna sapientemente sintetica e allusiva (si veda la pagina dell’arrivo di Mario a Milano in una grama giornata, invernale); certe scene hanno invece sviluppi in profondo e vaste risonanze interiori; così a concludere il ciclo della esperienza di Mario, breve ma bastante a. costituire il capitolo iniziale della sua biografìa di domani, torna opportuno il motivo d’una partenza ch'è liberazione, d'una vita che ricomincia e d’una realtà che riacquista le giuste proporzioni. « Il giorno era ormai spuntato e già grande all’orizzonte nebbioso si levava un sole d'argento... ».

Orio Vergani

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 17.05.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/1063.