Ultima speme
La nostra misera gloria è una pingue colonia per il vorace appetito dei nostri nemici.
Già i vermi ci divorano da vivi.
E fra poco di noi non rimarrà che il lor rifiuto: l'ultima
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Epigrafe
Tutto un inverno ho sofferto pensando alla fradicia zolla dove tu riposavi in provvisoria fossa ch’era il tuo purgatorio.
Piovose notti insonni conobbero il mio rimorso.
E a te volavo
Calendario
L’autunno romano tempesta con furia senile.
È Giove che si cruccia di non poter risplendere in tutta la sua gloria
AMORE
Ti porto in me come il mare un tesoro affondato.
Sei il lievito
CARATTERE
Vivo di sogni e di speranze pazze.
Nella mia libertà come sepolto
vedo passare i giorni
Partenza mattutina
Al mio paese non posso dormire. Sempre mi leverò coi primi albori e fuggirò insalutato.
Quanti mattini della mia infanzia furon simili a questo