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Titolo: Il miglior libro dell’Anno X

Autore: Lettori

Data: 1933-01-18

Identificatore: 1933_83

Testo: Il miglior libro dell’Anno X
Abbiamo invitato i lettori a rispondere alla seguente domanda:
Quali libri avete letto durante l'anno X e quali di questi hanno fatto su di voi maggiore impressione?
A inchiesta chiusa stabiliremo una classifica dei dieci migliori libri pubblicati in Italia durante l'anno X, e agli autori dei giudizi più originali assegneremo dei premi in libri.
Diversi sono i libri che mi hanno impressionato. Primo, fra essi, il « Diario 1922 » di Italo Balbo, perchè l'autore, raccontando, sebbene sommariamente, i fatti delle storiche giornate dell'azione rivoluzionaria che doveva volgere le genti verso la nuova luce di civiltà fatta passione che da Roma irradia, ricorda a quelli che son venuti dopo da quale forza era alimentata la fiamma che bruciava le vene e i polsi della gioventù sognante di allora, la quale disperatamente cercava nella poesia dell'azione di che innalzarsi nell’atmosfera di ideali superiori da raggiungere. Era « la divina pazzia » che reincarnava lo spirito del « Tribuno travolgente e irresistibile dell'intervento popolare e l’Eroe purissimo della trincea delle Frasche ». Questo libro è un canto dell'epopea che ha tatto fremere e spasimare e, son certo, porterà nel cuore di coloro che lo leggeranno, i quali non hanno potuto avere la grande ventura di appartenere alla generazione che ha fatto la Rivoluzione, io stimolo a ben continuare l'opera che ha costato sangue generoso, pure di adolescenti ancora, come le pagine della storia dei Martiri del Risorgimento italiano portarono la fede a coloro che hanno combattuto e saputo morire durante la guerra e per far completa e più bella la Vittoria.
GIUSEPPE SCAINI - Torino.
Preferisco I miei canti di Carlo Delcroix, per la loro umanità e perchè sono quanto di più antiletterario si è scritto in Italia in fatto di guerra. La metrica, la rima hanno perduta ogni loro pretesa, e i versi, che vengon giù compatti, l’un dopo l’altro, sembrano quasi dei soldati. Si sente, in essi, direi, il passo cadenzato o la stanchezza della salita, la gioia della vittoria e lo scoramento per un improvviso ricordo. Sotto le bende racchiude dei veri tesori: il canto è malcelata tristezza e logorio che non traspare, domati da un'alta rassegnazione e da un sorriso che spesso nasconde il pianto.
DOMENICO ZAPPONE - Palmi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 18.01.33

Citazione: Lettori, “Il miglior libro dell’Anno X,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/893.