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Titolo: Jules Romains

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-12-07

Identificatore: 1932_528

Testo: Opinioni -Jules Romains
Il medico Jules Romains nacque alla letteratura pronunciando con voce autoritaria la parola « unanimismo ». Da allora, Romains e l'unanimismo han fatto la loro strada, divennero quasi sinonimi l'uno dell'altro e ogni successo dello scrittore fu considerato un successo della sua scuola (per la verità, il migliore Jules Romains, il Romains di Knock e di Mort de quelqu’un è un artista completo senza bisogno di altre dichiarazioni). Comunque il programma della vie unanime gli ha aderito come un’etichetta, e a tutt'oggi la cerca il lettore che sfoglia i suoi romanzi come lo spettatore che ascolta in poltrona le sue commedie. Adesso Jules Romains tira le somme; è giunto a un punto della vita aove si ha fretta di concludere. Ed eccolo riprendere il disegno di un’opera balenatagli quasi agli inizi della sua carriera letteraria, « l'oeuvre qui sera probablement la principale de ma vie ». Prima di tutto per le dimensioni: perchè in pochi mesi ne sono usciti quattro volumi, e l'autore non sa dire quanti altri ne seguiranno. E poi per il contenuto. Si tratta infatti d’un ciclo intitolato Les hommes de bonne volonté nel quale il Romains sii propone di dipingere il mondo del suo tempo, di rievocare le atmosfere delle sue tappe umane e filosofiche dalla soglia del secolo al tempo della guerra, quasi due generazioni. Del ciclo, dicevamo, sono apparsi finora quattro volumi. S’intitolano: Le 6 octobre. Crime de Quinette, Les amours enfantins, Eros de Paris (editore Flammarion, Parigi, 1932). Anche stavolta il Romains cerca un modo di composizione che gli permetta di sottrarsi alla solita visione centrata sull'individuo. Già Mort de quelqu’un, di ventanni fa, presentava, per non parlare che della tecnica, una soluzione del problema narrativo in rapporto alla complessità del soggetto, e apriva la porta ad altre: non si può non stabilire una dipendenza tra la tecnica unanimista e certi sforzi del cinema (lo stesso Romains ha scritto, del resto, qualche scenario cinematografico, per esempio L’image per Feyder). Nel caso del ciclo attuale, una prefazione programmatica precisa la fedeltà di Romains alla sua formola. « Les hommes de bonne volonté! Une antique bénédiction va les chercher dans la foule et les recouvre. Puissent-ils être encore une fois, un jour ou l'autre; rassemblés par une bonne nouvelle, et trouver quelque sûr moyen de se reconnaître, afin que ce monde, dont ils sont le mérite et le sel, ne périsse pas». E il ciclo comincia: « Il mese d'ottobre 1908 è rimasto famoso presso i meteorologisti per la sua straordinaria bellezza... ».
Il primo tomo è infatti il romanzo d’una giornata parigina: un vasto insieme umano con una diversità di destini individuali che vi procedono ciascuno per proprio conto ignorandosi per la massima parte del tempo. Quelle che si chiamano le relazioni sociali diventano più che mai l'oggetto del romanzo. Messo di puntiglio, l'unanimista vi offre subito novità tecniche sorprendenti: egli è una specie di genio dell'aria che si sposta con la rapidità delle onde attraverso lo spazio, balza da un punto all’altro della città, scoperchia i tetti delle case; sfilano i quadretti e scompaiono al modo delle immagini sullo schermo, formicolano gli aneddoti, manca forse il senso epico dell’anima collettiva: in compenso abbondano i brevi monologhi interiori in cui i personaggi contessano ingenuamente a se stessi i propri pensieri intimi orgogliosi o meschini che siano. Sorge, nel secondo volume, l'eroe unanimistà formatore della realtà (Quinette fa pensare a un Raskolnikoff manovrante tult’un mondo di realtà sociali); e nei successivi continua la presa di contatto con l’epoca 1908, sempre a Parigi, con in più l’inclusione di alcuni personaggi reali, come Jaurès, Robert Michels o Marcel Boulenger che attraversano la finzione e incrociano i personaggi di fantasia. Entriamo nei sentieri del socialismo intemazionale, penetriamo in certi ambienti massonici. Già il fantasma della guerra si alza e minaccia; e Jaurès lo esorcizza invano... I quattro volumi finora usciti formano la prima parte del ciclo. Dice Jules Romains congedandoli: « Le 1200 pagine che avete letto corrispondono all’ultimo trimestre del 1908, a un flusso di tempo di appena tre mesi ». E' il segreto di vent'anni di riflessioni sul mopdo e sulla povera umanità che il Romains ci discopre attraverso un microcosmo palpitante di vita, di passioni, di tempeste e d’intrighi. I risultati contano sempre più delle teorie.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.12.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Jules Romains,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/784.