Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: Corrado Govoni

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-10-26

Identificatore: 1932_468

Testo: GALLERIA
Corrado Covoni
Ferrara ha dato due grandi pittori all'ottocento, Previati e Boldini, e ha dato un poeta all’inquietudine del secolo nuovo, Corrado Govoni (Ferrara è un vivaio: anche Filippo de Pisis, fresco e generoso illustratore degli aspetti della vita parigina, è nato all’ombra del Castello estense). Govoni cominciò con le Armonie in grigio e in silenzio a cogliere lo spirito mistico della sua città che fu un giorno la più bella e moderna capitale europea ed ora è silenziosa e deserta e ne’ suoi storici quadrivi dove passarono l'Ariosto e il Tasso cresce l’erba. Da quel momento, ricollegantesi a certe particolari tendenze del simbolismo laforquiano e rodenbachiano, si è svolta la lirica di Govoni attraverso una decina di volumi che ne fissano i molivi e lo svolgimento: centro ispiratore la natura; il canto si scioglie in una straordinaria atmosfera immaginifica dove si succedono processioni di metafore spesso d’un incanto grandioso, talvolta infirmate da un cattivo gusto d’uguali proporzioni. Fa difetto al poeta il senso autocritico? Ha già risposto Lionello Fiumi, suo biografo: « Govoni sa scrivere una pagina divina e, accanto, con una disinvoltura un po’ sconcertante, una pagina fiacca o prosaica, non certo degna di quella... Arriva talvolta a permettere, in poesie a metro ortodosso, versi un po’ sciatti e trasandati accanto a versi perfetti e stupendi ». Da qualche anno Govoni è uscito dalla cerchia provinciale e vive a Roma: romano è codesto suo Saluto a Mussolini stampato nelle edizioni « Al tempo della Fortuna »; romano per dignità di costruzione e vastità di sentimento, pur essendone i motivi schiettamente popolari, giovandosi cioè il poeta di quegli apporti della biografìa mussoliniana che più impressionano la fantasia del popolo e toccano il suo cuore. Ed ecco far corpo con la poesia la leggenda dell’impressionante profilo del Duce formato da un gruppo di cime sulle Alpi Apuane sopra Carrara: e l'episodio della culla che racconta Beltramelli nell’Uomo nuovo; e altri particolari ed episodi della storia italiana e della vita di Benito Mussolini caratteristici per spiegare con semplicità e commozione la sua posizione di fronte alle correnti spirituali del popolo e per illuminare la sua figura di Condottiero che deve dar tutto solo per farti perdonare del tuo amore.
Amore per l’Italia, terra dalle cento civiltà, sempre giovane e sempre in piedi, sempre ritta su sfondi d'aurora, « terra ch’è più cielo che terra ». Dalla celebrazione dell'Italia feconda e inesauribile, l'inno entra naturalmente nella biografia mussoliniana toccandone i paragrafi più idealmente emotivi, la fanciullezza, il duro lavoro manuale, la guerra nelle doline del Carso, il sangue delle ferite, il ritorno tra vigliaccherie meschine e piccole risse, la riscossa, la vittoria restituita, la patria salvata. Per raggrumarsi quindi intorno al nucleo delle immagini storiche e spirituali proiettate nel futuro con impeto augurale e con ferma umiltà di accenti:
Quale mèta ci additerai? Dov’è che ci condurrai?
La risposta è l'eco del tuono delle voci popolari nei colloqui tra il Duce e la folla.
Purché tu sia sempre con noi, ed alte su noi le tue insegne; finché di marciare con te, le nostre vite tu stimi degne... Abbiamo per te riacquistato l’antica perduta coscienza di popolo, con la nostra razione di pane sicura...
L'immaginifico Govoni accende in onore del Capo i suoi fuochi d’artificio verbali e, per celebrarne un giorno il cinquantenario, pensa di far saltare lo Stromboli e di dirigere un concerto di turbine idrovore in onore dell'Uorno che non sarà mai vecchio, che salta un doppio ostacolo « ad ogni canto di gallo ». E nella visione dell’alba che nasce sopra i monti, l'inno si chiude su note di passione, col grido delle folle. Ma la sintesi poetica dell’opera mussoliniana è nel felicissimo movimento iniziale:
Nostra gran terra! Vorresti fare qualche cosa per renderla ancora più bella...
*

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.10.32

Etichette:

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Corrado Govoni,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/724.