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Titolo: Bontempelli in giro

Autore: Giuseppe Villaroel

Data: 1932-10-26

Identificatore: 1932_465

Testo: VISITE E INCONTRI
Bontempelli in giro
Avviene di rado che, spostandoci da una città, all’altra e da un luogo all’altro, non s’incontrino la capigliatura grigiocenere e gli occhi argutissimi di sua eccellenza Bontempelli. Ma non possiamo chiamarlo così. Bontempelli familiarizza con un’aria squisitamente giornalistica e s’infastidisce dinanzi ai titoli. Egli non ha la mutria del Maestro per quanto, in sostanza, maestro si potrebbe veramente chiamare l’uomo che ha dato nuovi spiriti e forme a molta parte dell’arte narrativa di oggi. Invero, oltre alla cronistica contingenza della creazione del « 900 » come rivista, come corrente e come scuola, l’opera di Massimo Bontempelli fu la prima a segnare il distacco della nostra prosa dal Verga e dal D’Annunzio, in un secolo in cui il signore dell’estetismo e il duro fabbro del verismo incombevano, in Italia, sulla generazione immediatamente successiva alla loro. Vero è che il Bontempelli aveva tratto dal D’Annunzio le eleganze e il gusto dello stile sfrondandoli del troppo e del vano; vero è che aveva appreso dal Verga l’essenzialità del taglio e la consistenza espressiva; ma questi elementi erano stati trasportati e fusi nel tessuto originale di un’arte introspettiva e fantastica in cui il lirico, il grottesco, l’ironico, il romantico, il visionario, l’allucinato avevano volti ed espressioni che parevano importati d’oltralpe ed erano, invece, peculiari al temperamento e alla sensibilità del nuovo scrittore. La sua personalità, infatti, si forma lentamente, assorbendo e reagendo, nello stesso clima in cui vive e si nutre. Per accorgerci di ciò basta osservare il processo di chiarificazione che si è operato, attraverso gli anni, nell’opera del Bontempelli dalla Vita intensa al Figlio di due madri, ad Adria e, soprattutto, alla Famiglia del fabbro, dove la sua arte ha raggiunto impasti definitivi e perfetta unità.
* * *
Ma Bontempelli in giro ha l’aria di un simpatico signore sportivo.
L’occhio, però, lo tradisce. In certi momenti il volto dello scrittore si tinge di una distratta malinconia che scopre il travaglio latente e continuo dello spirito dell’artista. Ma è difficile avvertirlo. Egli cambia tenuta, stato d’animo e luogo, da un giorno all’altro. Eccolo a Castiglioncello, in maniche di camicia, intento al suo famoso « scopone »; eccolo a Marina di Pisa sulla terrazza d’un albergo, eccolo, nella sua casa di Frascati, in pigiama. Nelle città muta aspetto. A Milano siede, spesso, al Savini tra un gruppo di amici e di ammiratori. In tali sedute Bontempelli è, di volta in volta, polemista, causeur, e taciturno ascoltatore. Poi sparisce. L’indomani si sa che ha tenuto una conferenza a Parigi; il giorno successivo si apprende dai giornali che a Roma ha partecipato ai lavori dell’Accademia. Si direbbe che viaggi in aeroplano; invece preferisce la sua « 522 » o il treno. Movendosi continuamente, da un punto all’altro, trova il tempo di collaborare ai giornali e alle riviste, di scrivere uno o due romanzi all’anno, di mettere in iscena un dramma o una commedia, di polemizzare sui problemi più vivi e attuali della letteratura, di assistere alle partite di calcio, di dedicarsi alla musica e persino, di fare il tifoso.
A vederlo, talora, chiuso nei suoi cupi silenzi o camminare leggiero e indifferente sulla terra, parrebbe l’uomo lontano dalle cose umane e dal mondo che gli si muove attorno; ma non c’è da fidarsi, nè delle sue stanchezze, nè dei suoi mutismi. Basta toccarlo in ciò che spiritualmente lo interessa che, subito, l’animoso disquisitore viene a galla.
Una sera, in casa Borgese, l’abbiamo visto tutto assorto, in un angolo, quasi estraneo alla conversazione che si svolgeva fra alcune signore ed altri letterati. Ad un tratto scomparve. Si pensò che fosse andato via all’inglese. Si era cacciato, invece, nello studio dell’amico e sosteneva, con un gruppo di giovani, una discussione sull’influsso del cristianesimo nella letteratura. Parlava, com’è suo costume, calmo e sicuro, quasi avvolto dal fumo delle sue sigarette; ma le parole s’incidevano nell’aria con forza e vitalità dialettica. Si sentiva nel conversatore il dominio dei propri argomenti I giovani, com’è loro abitudine, lo contrastavano. Bontempelli li lasciava sparare a salve, ascoltandoli con le braccia conserte e gli occhi chiusi; poi, aggiustava il tiro delle sue osservazioni e il campo restava sgominato. Nel dibattito c'era, pertanto, un tono di simpatia da una parte e di rispetto dall’altra.
Bontempelli, infatti, ama i giovani, li studia e li scandaglia con accorto spirito di solidarietà; è felice di poter scoprire la loro intelligenza, i loro gusti; di segnalarli, di sospingerli. In questa sua tendenza è rimasto, diremmo quasi, l’abito antico del professore; ma niente di scolastico. L’uomo e la sua arte, del resto, hanno mostrato quale incompatibile contrasto vi fosse tra la cattedra e l’ingegno.
* * *
Anche sulla spiaggia di Viareggio, nell’estate scorsa, ecco Bontempelli in maglia blu e calzoni grigi. Per la prima volta vediamo l’accademico a braccia nude; strane braccia feminee nel colore e nel tessuto della pelle, ma robuste e muscolose nello sviluppo e nel taglio. Si indovina già lo sportivo.
Gli chiediamo se faccia ginnàstica.
— Ginnastica? — dice e sorride. Inarca il braccio, a pugno chiuso, e sentiamo il groppo dei muscoli duro e gonfio come quello dei pugilisti.
— Fa la scherma? — La domanda è ingenua.
— Tutto faccio: la scherma, il canottaggio, il nuoto, il calcio, l’automobilismo ed anche, se occorre, il pugilato...
Frattanto prepara una commedia in tre atti per Tòfano, tratta dal romanzo La famiglia del fabbro, un’altra per Picasso, La statua del diavolo, e infine La vita di Cleopatra, a cui pensa da un anno, da quando, cioè, fatto il suo nido a Frascati, Bontempelli è sicuro di aver trovato una residenza.
Ne dubitiamo.
Giuseppe Villaroel.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.10.32

Citazione: Giuseppe Villaroel, “Bontempelli in giro,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/721.