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Titolo: Giorgio Cicogna

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-10-05

Identificatore: 1932_443

Testo: GALLERIA
Giorgio Cicogna
Rivediamo Giorgio Cicogna come lo vedemmo nelle giornate dell’ultima Festa torinese del libro, ritto dietro l’elegante banco che l'Eroica aveva preparato per i suoi poeti e narratori, offrire sorridendo alla folla le copie di un suo libro di prose fantastiche, I ciechi e le stelle, che ci resta a testimonianza di un singolarissimo ingegno e di un nobile spirito. Giorgio Cicogna, ufficiale di marina, scienziato, inventore, poeta, moriva nella prima settimana dello scorso agosto in una sciagura che fece altre vittime e chiuse tragicamente la sua esistenza proprio nel punto in cui egli stava per c o g liere i frutti delle sue audaci ricerche nel campo scientifico. Rileggere oggi il libro al quale il suo nome è legato non si può senza un’intima pietà e un profondo tremore che s'ingrandiscono e si confondono man mano che nelle pagine si discopre la voce segreta d’un presentimento, l'aspirazione alla perfetta letizia raggiungibile soltanto nella comunione con la bellezza cosmica e con l'universale attraverso l’assidua religiosità del pensiero e l'esemplare umiltà della vita. Mente speculativa e in un certo senso realistica, il Cicogna non si esalta nell'orgoglio fallace della conquista scientifica, non si appaga di formole e teorie positivistiche che per altri tengon luogo del mondo dello spirilo e creano la menzogna di definitive vittorie dalle cui vette l'uomo può fissar da vicino le stelle: egli sa che tutto, la speculazione, la ricerca, la scoperta, è in funzione del nostro umano destino, è un momento del nostro terreno passaggio verso la mèta che ci è assegnata nell’armonia dei fini universali. Donde la straordinaria ricchezza di motivi spirituali che fecondano la sostanza dei racconti di codesto scienziato, la poesia raggiunta attraverso dati positivi ed apporti pratici nei quali si riaffermano la fede nella scienza e l’orgoglio per le sue meravigliose conquiste, senza mai perdere di vista i fini supremi della vita. Il libro è autobiografico, è nato dalla quotidiana esperienza dello scienziato e del poeta, dalle somme di. speranze coltivate, di delusioni patite, di certezze trovale guardando in alto. Ogni volta, dopo ogni delusione, egli ha ripreso il cammino: e questo riprenderlo, nudo e impavido, « è si un assoluto: l'unico assoluto che possa dissetare gli uomini, l'unico che possa portare, ai lor occhi ciechi, le stelle: ed è: ascoltarsi e viversi». Pagina esemplare, sulla quale si può chiudere il libro dello scomparso come quella che degnamente ne commemora gli altissimi sentimenti e le nobili virtù; in linea d'arte, il libro è particolarmente felice là dove l'elemento positivo e quello fantastico si fondono e si integrano nell’unità delia rappresentazione; ed è senza dubbio importante, nel ciclo della letteratura narrativa d’oggi, come proposito in buona parte realizzato d'introdurvi, con l’aiuto d’una preparazione non improvvisata, elementi derivati dal mondo scientifico e rielaborati su piani fantastici e lirici in modi originali e in schemi di gusto moderno. Del comandante Cicogna resta anche un volume di Uriche, Canti per i nostri giorni (ed. L’Eroica, 1932), dove l’autore condensa in libere forme metriche le sintesi audaci del suo pensiero filosofico e scientifico, come si può vedere nel bellissimo Inno alla matematica: ivi la scienza è musica e armonia, il numero è assunto a simboleggiare la forza ordinatrice che regola la vita universale in una suprema legge d'amore.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.10.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Giorgio Cicogna,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 16 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/699.