Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: I nomi dei personaggi

Autore: Sibilla Aleramo, Corrado Govoni, Cesare Zavattini

Data: 1932-07-27

Identificatore: 1932_340

Testo: I nomi dei personaggi
Abbiamo rivolto ai più noti scrittori italiani di romanzi, novelle e commedie questa domanda: Come scegliete i nomi dei vostri personaggi? Pubblichiamo le risposte di Sibilla Aleramo, Corrado Govoni e Cesare Zavattini.
Nel mio primo romanzo, Una Donna, tutti i personaggi, inclusa la protagonista, erano « innominati »; e non dico che non sia stala una difficoltà quell'individuarli nel lungo racconto sempre soltanto con un generico: il marito, il suocero, il bimbo, il dottore, il profeta, e via via. Dico che v’era là, spontanea, non voluta, la dimostrazione della nessuna importanza che hanno, per me, i nomi, e non soltanto riguardo alle persone, ma anche alle cose: ho infatti scritto, nel Passaggio: « Io non so se i nomi di cui mi servo per tutte le cose di cui parlo sono i veri. Sono stali inventati da altri, tutti i nomi, per sempre. Ma quel che importa non è nominare, è mostrare le cose ».
Nei libri successivi, tuttavia, mi son rassegnata a battezzare qualche figura preminente. Nel poema drammatico Endimione, il mito mi ha proposto senz'altro il nome dell'eroina: Diana. Le altre persone del dramma non hanno cognome, se non il Duca dell'Ariccia, scelto perchè quegli di cui ho tratteggiato il tipo fu da me nella realtà incontrato per la prima volta un giorno sul ponte dell'Ariccia.
Nel romanzo recentissimo, Il Frustino, ho dato al padre della musicista Caris il titolo di marchese di, Rosia, u nicamente per il fatto che quando incominciai a scrivere il libro, tre anni fa, venivo da un breve soggiorno a Siena, e in quei dintorni v'è un paesello che si chiama Rosia, e v'era un tempo una illustre casata dallo stesso nome, che mi piacque.
Scelte casuali, dunque. Reminiscenze, lievi affinità psichiche e sonore, simpatie verbali. Ma, invero, tutte le mie creature, mentre dò loro vita e dopo che le ho mandate per il mondo, io continuo a pensarle e a vederle « senza nome », come mi accade, per le persone reali che accosto, e tanto più quanto meno mi sono estranee: è la loro essenza che nel mio spirito le distingue, e non la loro etichetta.
Sibilla Aleramo.
La scelta dei nomi dei personaggi dei miei romanzi e delle mie novelle, se si tratta di. donne, si presenta sempre quanto mai laboriosa, perchè devo farla scrupolosamente tra quelli delle don ne che nella vita reale più si distinsero per fama di fascino d'amore, di bellezza fatale, di avventure galanti e sentimentali: ne possiedo un discreto gelosissimo campionario.
Per i nomi maschili invece la scelta è di una facilità persino banale.
Basta che io compia un piccolissimo sforzo della memoria, perchè essi mi si affollino sotto la penna: sono i nomi odiosi di tutti i manigoldi che ho avuto la sventura di incontrare nella vita: una fiumana di fango e di cose immonde, interminabile.
Per servirli tutti a dovere, bisognerebbe che scrivessi almeno dieci romanzi al mese, di mille pagine ognuno.
E la fiumana lercia e disgustosa continuerebbe sempre a scorrere a scorrere, come una fogna aperta.
Corrado Govoni.
Preferisco i nomi cortissimi. Li ottengo dividendo a metà o per tre la prima parola che mi viene in mente.
Evito i nomi già fatti, quelli cioè che mi possono ricordare qualche cosa.
Cesare Zavattini.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 27.07.32

Citazione: Sibilla Aleramo, Corrado Govoni e Cesare Zavattini, “I nomi dei personaggi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 16 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/596.