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Titolo: Riccardo Bacchelli

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-06-29

Identificatore: 1932_300

Testo: GALLERIA
Riccardo Bacchelli
Il nuovo romanzo di Bacchelli, Oggi domani e mai (ed. Treves Treccani Tumminelli), ripropone il problema della convivenza della coppia matri moniale, presenta una famigliola appena costituita e l'accompagna per al cune centinaia di pagine (il libro ha un'assai rispettabile mole, ma avrebbe torto chi lo lasciasse sulla scrivania a far da fermacarte) indagando sottilmente sulle cause di natura morale, psicologica e fisiologica che determinano le prime crepe, le quali poi s'allargano fino a che l’edificio sprofonda. In un precedente romanzo il Bacchelli aveva analizzato Un caso coniugale con una attenzione, una curiosità e quasi una crudeltà in un certo senso esemplari: forse il suo libro più bello, degno di reggere il confronto con taluni romanzi famosi della produzione anglosassone più recente che si dan l’aria di dire l’ultima parola in tema di rapporti dei sessi. Non sappiamo che Un caso coniugale abbia avuto tutti i lettori che si meritava; resta comunque acquisito alla nostra letteratura narrativa d'oggi come un esempio di quanto può l'analisi sul piano della verità umana e delle umane passioni quand'è posta al servizio, d'una coscienza di scrittore che possiede altissimo il senso della propria missione e una ammirevole disciplina dei propri mezzi espressivi. Se un appunto si può muovere al Bacchelli, e vale anche nel caso di Oggi domani e mai, è che il suo amore della bella scrittura, meglio la sua compiacenza del periodo disteso dove la lingua crocchia come il pane casalingo intriso di fior di farina, portandolo talvolta ad esagerare la fedeltà formale ai modelli illustri, lo allontanano dal contatto con le correnti rive e fresche, col mondo d'oggi, per accodarlo a quella tradizione togata e accademica cui risale la massima colpa della impopolarità della nostra letteratura. Ma, dicevamo, Bacchelli ha una coscienza e una volontà che reagiscono anche a codesti pericoli, che lo portano fuori dai mali passi della letteratura e lo immettono in pieno nella vita, ne fanno un interprete acuto, sensibilissimo, dei fenomeni sociali e spirituali del nostro tempo, e insieme un artista d’un gusto squisito. La sua famigliarità coi temi della storia italiana lo dispone a fornire alla vicenda romanzesca lo schema narrativo che richiede il massimo impegno e la maggiore cautela per non cadere nel dilettantismo e nell'oleografia. Non abbiamo bisogno dicitore ancora una volta il citatissimo Diavolo al Pontelungo. Nel nuovo libro il Bacchelli coglie con una finezza di osservazione che trapassa spesso nell' «humour » di limpida origine manzoniana i rapporti tra l'ambiente politico e sociale del dopoguerra e la psicologia del reduce, anche se egli sia per natura portato ad allargare i termini della discussione moralistica e ad inserirvi copia di episodi secondari e transitori, di « fatti personali » raccontali con un'abbondanza soverchia di particolari, come di chi teme di non aver detto abbastanza e si proponga in ogni occasione di dire proprio tutto, l’importante e il meno importante. Ma per noi il valore etico e storico del libro è assai alto, almeno quanto il valore artistico di alcune sue parti, e certo quanto la grandiosità della visione e la bellezza dei caratteri.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 29.06.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Riccardo Bacchelli,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/556.