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Titolo: Piero Bargellini

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-06-01

Identificatore: 1932_258

Testo: GALLERIA
Piero Bargellini
Chi dice Bargellini dice il Frontespizio, rivista di battaglia, dove ogni mese trovi a convegno Papini e Giuliotti che battono in breccia i tiepidi credenti, gli accomodanti, gli scrittori cattolico-mondani, e menan gran strage nel campo degli infedeli. Ma Bargellini ha saputo fare della rivista una cosa viva, intelligente, polemica e costruttiva: e oggi egli, autodidatta, ma nato scrittore per quel privilegio che gli dèi han largito, con buona pace di tutti, ai toscani, è un animatore d’energie e un conoscitore di valori. Quanto al suo passaporto letterario le note bio-bibliograflche premesse al suo Fra Diavolo, testè uscito nella Biblioteca Vallecchi, ci informano ch’egli cominciò a scrivere otto o dieci anni fa, dopo la guerra combattuta e dopo una esperienza di vita realizzata come maestro di scuola. Scrisse anche allora per una rivista, il « Calendario dei pensieri e delle pratiche solari », titolo da poema georgico e didascalico; e poi diede fuori un libro di Scritti a maggio, il mese della Madonna, la cui «presentazione » fornisce sul conto dell'autore le più accreditate notizie di fonte diretta. Seguirono alcuni libri mistici e versioni; ed è ora la volta di codesta vita popolaresca di Michele Pezza, le cui avventure si inseriscono nel quadro della storia del regno napolitano tra la repubblica partenopea, le calate francesi, l’intervento inglese e la restaurazione borbonica, tutt'un mondo in convulsione, di potenti e sinistri chiaroscuri, di ombre e luci drammatiche. Su codesto scenario alto di colore si proietta la figura del brigante di Itri, prototipo dei cappelli a pan di zucchero e del trombone a tracolla. Ma non è un'oleografia: il ritratto disegnato dal Bargellini è a lutto rilievo, vigoroso, eloquente, d’un’eloquenza senza compiacimenti ed indugi, ma precisa, netta, conscia del tema è dell'impegno. Qui apporti d’un’ironia sottile che si esercita su uomini e cose con forza di incisione critica; là senso del drammatico e del truculento, poesia della natura barbara, interpretazioni del mondo romantico condotte su aerei fili di fiaba. La realtà si trasforma e si nobilita per virtù d’arte, mentre il racconto si appoggia a materiali culturali ed eruditi che formano la base della preparazione di prima mano dello scrittore. Donde una biografia che si legge come un romanzo e che pur tiene conto dei risultati della critica storica, e non l’offende nella frenesia di far bello ad ogni costo l’eroe e di colorirne le gesta. C’è già, in esse, abbastanza colore; c’è tutto il movimento, il pittoresco e il pathos che bastano, e c'è una ricchezza di osservazione psicologica e di sentimento umano che riscatta Fra Diavolo dalle strette convenzionali della tradizione, sfruttata dai librettisti e dai cantastorie, e ce lo mette di fronte, da, creatura a creatura, col bagaglio delle sue moltissime colpe e delle sue scarse virtù. Ma uomo; e come tale soprattutto prepotente nei capitoli finali, allorquando, oscuratasi la sua stella, egli fugge i francesi che l'inseguono e che poi lo catturano e lo impiccano: questa sua fine ha un'impensata nobiltà, acquista un significalo inorale in forza della posizione del protagonista che, di fronte allo straniero, rappresenta la sua terra senza difesa e le tradizioni calpestate. Attraverso belle e forti pagine il Bargellini conduce il lettore all'epìlogo della sua « storia popolare », sostenuta da uno stile personale che è tutto sostanza di fatti e di pensieri.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.06.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Piero Bargellini,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 05 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/514.