Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: Pia Rimini

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-04-13

Identificatore: 1932_187

Testo: GALLERIA
Pia Rimini
Eva senza la foglia di fico, è scritto sulla fascetta editoriale del nuovo libro di Pia Rimini (Eva ed il paracadute - ed. Campitelli, Roma 1932 - L. 8), ma il « piccante », a ragion veduta, si rivela poi meno drogato di quanto potevano far supporre le letture dei precedenti volumi della giovane scrittrice triestina; la quale, dalle novelle La spalla alata al romanzo Il Giunco, poteva sembrar incline a crearsi una nomèa di spregiudicatezza nel trattare il problema dell'amore e le reazioni psico-fisiologiche femminili, e di libertà di linguaggio che alcuni meno indulgenti e pazienti si erano affrettati a catalogare tra i motivi sfruttabili a fini commerciali. Le deficenze di costruzione e le ingenuità del romanzo, che ai primi ammiratori della Rimini procurò una vera delusione, e codesto sospetto di scopi strettamente pratici, non potevano tuttavia riuscire a turbar l'atmosfera creata dalle novelle, da porsi, in linea psicologica ed estetica, su un piano privilegiato. La Rimini vi rivela una padronanza della materia, una sicurezza d’osservazione, un impeto di sincerità che si fanno notare per la loro simpatica prepotenza anche dai lettori meno disposti all'attenzione. Inequivocabilmente la Rimini conquistava di colpo nella letteratura femminile un posto di prima linea, rimontando molte concorrenti autorevoli e... veterane. Intanto le va subito fatto credito d’una qualità alla quale le donne che scrivono ostentano ordinariamente di rinunciate, negandosi così le maggiori e più genuine possibilità di sviluppo in una direzione nella quale gli scrittori dell'altro sesso non potrebbero in alcun modo impegnarsi; la Rimini, cioè, assume di fronte alla donna e ai problemi che le competono un atteggiamento di com prensione e di simpatia squisitamente femminile, da donna a donna, portando nell'esame dei « casi » morali e psicologici una sensibilità, un’attenzione e un bisogno di sincerità nettamente definibili, che se si traducono talvolta in qualche eccesso d’espressione non del tutto di buon gusto hanno però origini e moventi intorno ai quali nessuna riserva è possibile. Una donna che parla di donne, che può dire sulla psicologia femminile, sulla passione, sullo spìrito e sulla carne parole nuove, che può scoprire punti di vista originali, panorami chiusi. La Rimini ha voluto far questo, ha tenuto ad essere prima di tutto donna; e ciò costituisce il suo merito, la sua giustificazione. Le novelle del volume La spalla alata restano ancora quelle che meglio rappresentano i caratteri della sua personalità e i limiti della sua arte. In Eva ed il paracadute (che si compone d’un lungo racconto, Il frutto, e d’una sessantina di pagine staccale dal Diario di una madre) troviamo quei caratteri un poco allentati, quei limiti alquanto spostali da concessioni alla cattiva letteratura, a vecchi clicliés romantici relegabili nelle soffitte dove è confinata ormai per tre quarti la prosa narrativa femminile di questi primi trent’anni del secolo. Dei due « pezzi » che compongono il volume, il Diario ci piace meno, infarcito di « insegnamenti » piuttosto comuni, sul cui fondo il dramma morale e sentimentale d’una giovane sposa riesce appena ad incidersi; più mossa, viva, originale la novella Il frutto, saggio di psicologia infantile pregevole, dove si ritrovano certe note della Rimini migliore e si rileva un tono di delicatezza e di gentilezza che non le è consueto. La. storia di Mariù, creatura freudiana, è la storia d’un frutto che matura; « quando la bufera scote il tronco e scompone le foglie, il fruito sta indifeso fra i rami; e la prima mano che passa può coglierlo ».
*

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.04.32

Etichette:

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Pia Rimini,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/443.