Beta!
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Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-03-30

Identificatore: 1932_152

Testo: Cinque minuti con...
Ugo Betti
Nello studio di Betti, poeta e magistrato. Facciamo un ingresso cauto.
— Vorremmo...
— Ho capito — risponde Betti senza alzare gli occhi dai suoi scartafacci (cause, sentenze... ). Alcuni cenni della mia attività presente e imminente?
— Appunto. Per il « Diorama ».
— Ecco qua. Per quel che riguarda il teatro ho terminato un dramma in tre atti « In albergo sul porto ». E’ un lavoro di larga tela, fitto di personaggi, animato da contrasti impetuosi. Ho cercato in esso di cogliere, allo stato elementare e perciò genuino, alcune delle passioni e delle aspirazioni che hanno più profonda radice nell'animo nostro.
— Pubblicherà in volume le novelle che vengono uscendo sulla Gazzetta del Popolo e in varie riviste?
— Sto completando la serie. Vorrei che in esse, come in un panorama, fosse rappresentata la nostra vita, la vita di tutti i giorni, specie nelle grandi città; figure delicate e grottesche che appaiono e spariscono come in una nebbia, ognuna un po’ sgomenta, quasi in alto di chiedere e di cercare qualche cosa, fra un turbinio di folle, di macchine, di luci, di miserie, di indifferenze, di crudeltà, di pietà frettolose.
— Ci dica qualche cosa della raccolta di poesie che ha avuto il premio Mondadori.
— Dovrebbe uscire prestissimo. L’altro mio libro di poesie, « Il Re Pensieroso » (che fu anche il mio primo libro) usci precisamente dieci anni fa. Non posso riaprirlo senza provare un incanto invincibile, una acuta nostalgia. Mi sembra che quelle pagine, ormai così lontane da me, e quasi cosa d’altri, mi portino una fragranza quasi fisica di giovinezza.
— Ma questi dieci anni non sono trascorsi invano.
— E' vero. Mi pare di essere molto cambiato... Il volume nuovo si intitolerà: « Canzonette — La Morte ». Rileggendo ora il manoscritto pronto per la stampa, mi pare realmente che il suo significato sia un po’ nel titolo. « Canzonette »: una ingenua, vivace, avida, incantala gioia di vivere. « La morte »: momenti di silenzio e di solitudine in cui tutto si allontana e non resta che una ossessionata paura di morire.
— Stato d’animo privilegiato. Felicità del poeta!
— Ho l’impressione, guardandomi intorno, che questo stato d'animo, i cui due termini si trovano quasi nella posizione reciproca di causa e d'effetto, sia qualche cosa che non è solo mio Mi sembra di scorgere questo gioco di luce e d'ombra passare addirittura sulla faccia del nostro tempo, così illuminala e insieme così buia. Sono curioso e quasi ansioso di vedere un po' che sembreranno codeste poesie, di che significato potranno colorirsi quando saranno là, sulle pagine di un libro, sotto gli occhi di qualche sconosciuto. Voglio peccare d'imprudenza e d'orgo glio: mi sembra che il loro timbro non sia quello che echeggia di solito nella poesia di questi ultimi anni. Questo, naturalmente: potrebbe essere il loro merito e potrebbe essere il loro demerito.
— E poi?
— E poi vorrei fare tante cose, scrivere tante cose, con calma, con abbandono. Non sempre questo mi è possibile. Anche ora, qui accanto a me, sul tavolo, c’è un grosso pacco di fascicoli da studiare, di sentenze da stendere. Certe volte, anche per mesi e mesi, non mi è possibile avere un po' di tempo proprio per me, pel mio lavoro. E ne provò dei momenti di scoramento. Tuttavia la pazienza, la buona volontà non mi mancano.
Mario M. Martini
Genova, Salita Santa Caterina. Vi son nate e vi prosperano « Le Opere e i Giorni », la rivista dal titolo esiodeo che Mario Maria Martini dirige ormai da un decennio. Il poeta è al suo posto di lavoro. Ci dice:
— Ho finito or ora la traduzione delle opere dì Sesto Properzio. E’ stata questa per me una dura e bella fatica, che
mi ha riaccostato a un modo di vedere, di sentire e di creare non solito ai tempi nostri: a un'umanità, insomma, che, rarefatta dall'arte, ha perduto il suo peso per vi vere senza tempo. Ciò mi ha ricondotto alla poesia con più esercitata ed acuta sensibilità.
— Questo vuol dire che il 1932 sarà un anno fausto.
— Si, mi è rinato il coraggio di rivedere l’opera mia poetica di dieci anni, e di raccoglierla nel volume di liriche « Il cuore nel tempo », di prossima pubblicazione. Ma prima, fra un mese o due, uscirà di mio « Santi, Poeti ed Eroi »: discorsi commemorativi, politici e critici dal 1917 al 1931. Penso che questo libro, in cui si riaffacciano dibattiti, avvenimenti, imprese di alta risonanza e importanza nazionali intensamente vissuti, non sia privo di qualche significato e interesse.
— Il teatro non lo tenta ancora?
— Voglio ritornare al teatro con tre commedie, delle quali due già imbastite: «L'amore è in noi », «Il fiammifero », « Incontro di ombre ».
— Era anche annunciata, se non erriamo, una « Vita di Andrea Doria ».
— Infatti. Essa mi occupò e preoccupò per oltre due anni, la lasciai finora incompiuta per non so quale improvvisa idiosincrasia. Ora spero di vincere questa, ravvicinandomi all'opera con rinnovata buona volontà. Si tratta di Genova e dell'Italia del Quattro e del Cinquecento, espresse drammaticamente in una caratteristica enorme figura di politico e di soldato in tutto rappresentativa dell'epoca magnifica. E veramente ciò fa tremare le vene e i polsi a chi lavori con coscienza e con amore.
— Ecco un magnifico programma di lavoro.
— Molto del mio tempo è preso da « Le Opere e i Giorni », la rassegna di politica, lettere e arti che dirigo da oltre dieci anni.
Telemaco.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 30.03.32

Citazione: Telemaco, “Cinque minuti con...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/408.