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Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-03-16

Identificatore: 1932_106

Testo: Cinque minuti con...
Francesco Chiesa
Il poeta di Calliope ci ha parlato della sua disciplina di scrittore e della natura della sua fatica.
— Sono uno scrittore lento, difficile, incapace di buttar giù senza pentimenti e correzioni neppure la lettera al mio cartolaio che mi mandi un pacco di carta e due matite. E devo attendere a molte cose obbligatorie, di genere nientaffatto letterario; non già. ch’io me ne lagni, inetto come sono a rimanere più di due ore con la penna in mano. Ma so, in compenso, utilizzare i ritagli e gli scampoli dell a mia giornata, non bado ai rumori, dimentico da un minuto all’altro quel che occorre dimenticare, ritrovo senza fatica i fili della mia tela.
— Quasi un privilegiato...
— Potrei pubblicare, volendo, il mio volume ogni anno; ma me ne guardo bene, per le cento ragioni che ogni uomo di giudizio sa. Atte quali aggiungo questa ragione tutta mia:, che una volta accozzata la materia d’un libro, metà della voglia mi passa.
— Allora, per il 1932, nulla di nuovo all’orizzonte?
— E’ possìbile che nel 1932 qualche cosa io pubblichi. Un volume di versi, per esempio. Ma da dieci anni non mi arrischio più in imprese simili e i tempi non sono più quelli, e potrebbe accadermi che, all'ultimo momento, io riponga il manoscritto nel cassetto. Avrei anche pensato di raccogliere in un volume quella serie di racconti del l'adolescenza, parecchi dei quali sono stati pubblicali sulla Gazzetta del Popolo. E alla Gazzetta continuo lamia collaborazione, col piacere che si ha a stare in buona compagnia. E ho promesso un romanzo ad una delle nostre maggiori riviste... Ma con tutte queste orgogliose intenzioni, arriverò forse alla fine del '32 senza aver pubblicato un bel nulla, tranne la traduzione di Taide di Anatole France, che uscirà presto netta Biblioteca Romantica di Mondadori.
Ardengo Soffici
Soffici è notoriamente restio a parlare di sè, e professa la più spiccata, antipatia per gli intervistatori, anche di cinque minuti. Pure qualche parola siamo riusciti a cavargliela. Il solitario di Poggio a Caiano ha cominciato:
— Non mi piace parlar di me e delle cose della mia arte direttamente: odio e disprezzo l'esibizionismo e gli esibizionisti. Ma questa volta si tratta della Gazzetta, e mi seccherebbe di sembrare scortese ai colleghi di un giornale che per intelligenza, vivacità, perfezione tecnica e dirittura politica e amministrativa è il migliore ch’io conosca in Italia e fuori.
— Grazie. E allora ci dica qualche cosa...
- Che dire, se non che dipingo e scrivo? Dipingo, e più dipingerò quando arriverà la bella stagione. Durante la brutta non vedo nè fo nulla. O piuttosto scrivo di preferenza.
— Che cosa scrive?
— Non si dice mai che cosa Si sta per fare, pena il non lo fare altrimenti. Son cose segrete e delicate come quelle dell’amore. Lavoro a dei libri di poesia e di prosa. Riunisco materiale di libri... Fo, come sapete, articoli per la Gazzetta del Popolo.
Telemaco.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.03.32

Citazione: Telemaco, “Cinque minuti con...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 13 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/362.