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Titolo: Eroi: Achille; Ettore; Ulisse; Cesare; Napoleone, Mussolini

Autore: Giuseppe Valentini

Data: 1939-02-08

Identificatore: 1939_72

Testo: Eroi

ACHILLE
E non ti resta che questa pianura
pallida. Erba stenta.
Nessun cavallo mai l’ha galoppata.
Non sole, non vento. Pace.
Tu ch’eri solo sangue e solo cuore, una ferma fiamma, il poliorcete in riva di Scamandro.
Come allora, come in Sciro
il giovinetto in femminili spoglie
cercava altro, così ora, cerchi altro
a gran voce, un solo grido.
Ma non più la speranza, la memoria.
Fosti. Ed Ettore fu.
Ed Ilio con le sue divine mura e Agamennone e Aiace.
Sazia è la morte. Tutti v’ebbe.
Tu bastavi a colmarla, Pie’ Veloce.
Non fu Elena, no, ma l’alto Fato.
Tutto si sconta. E il cuore e il sangue e il nome.
Eri troppo, o Pelide.
Pallida una pianura ora ti tiene oltre l’acqua di Lete. A tutti è dolce berne, vincitori e vinti.
Non a te: non bevesti, non berrai.

ETTORE
Stai qui. Morrai. Ma c’è tuo padre, c’è Andromaca, ci sono queste mura.
E sei giovane, tu, sei vigoroso.
Vengano pure i furibondi Achei.
Li attendi. E moriranno, e morirai. Ettore il figlio tuo! La sposa cara, gli anni giovani, tutto l'avvenire...
Perché nascesti? Perché sei cresciuto? Perché nacque Astianatte ai giorni tuoi? Cassandra, alito buio, sgomento cieco Grida quel che tu sai, ma che non gridi. L’occhio tuo guarda la donna leggiadra cui commise la Parca il tuo destino: Elena bionda, la dolce straniera.
La guardi e ridi. Contro te tu ridi.
Ti bagni alla beltà dell’infedele, tu fedele a ogni vita e alla tua morte.

ULISSE
Ad altro il pilota avea cuore.
Urgeva in Ilio la difesa estrema, morivano gli eroi penosamente. Sangue vermiglio, furente natura, cieco clamore. Ulisse era lontano. Guardava il mare in incerti pensieri. Com’eran fatte le terre remote?
Ed Itaca? E le vie senza ritorno? Battagliavano ebbri uomini e Numi.
Egli nel sole, egli nella luna
non vedeva che l’ombra d’una vela.
A tutto conduce il mare, alla casa e alla morte, a Penelope e all'Ade.
Vano quel sangue intorno e quel clamore e la beltà della figlia di Leda.
Tutto ch’è vivo se ne va col mare e col mare ritorna.
E le donne e il potere e le magie. Anche ad Ilio li avea tratti una vela, e a quella guerra e a quel clamore insano. Misero approdo al suo salmastro cuore l'ira cieca dei Numi e del Pelide.
E lo Scamandro cercava la foce e lo Scamandro gli dava ragione.

CESARE
Ad occhi asciutti si leva il mattino. Queste le mura e queste le legioni.
Gli svelti arieti nella prima luce, macchine in ansia, rattengono un grido. Eccola, Imperatore, la tua sorte.
Il vallo è fondo. Passarlo bisogna. Cadrà Alesia stasera. È comandato. Condotta dalla gloria e da Labieno è già pronta la decima. Il destino a colpi d’ala, Cesare, ti guida.
Laggiù, lontano, nasce il Rubicone e sopra il mondo l’aquila di Roma.
È Alesia, questa. Prenderla, Labieno.

NAPOLEONE
Ieri sergente ed oggi generale, maresciallo di Francia un taverniere... Che cosa il mondo è mai, Napoleone?
Il camminare d’una compagnia, la sosta dopo tutta la battaglia, un sorriso di creola e di regina.
La Corsica ti ride dal tuo mare, con la lingua ti chiama di tua madre. L’ape sul mondo. Vai per ogni terra e dell’isola tua ti sei scordato.
Altre isole poi ti chiameranno e andar dovrai ché tra il mare sei nato e tra il mare, Italiano, morirai.
Tra gli scogli cantava la tua gloria il breve riso del vento leggero, scorta d'Ajaccio pietrosa e marina. Napoleone ti dimenticasti.
Poi Sant’Elena. L’ape volò via.

MUSSOLINI
Occhi pietosi quello proteggete che vi parrà d'essere salvo degno.
Tutto sapete: secoli di pena hanno adunato in voi pietà sicura.
E che l’uomo vuol essere sforzato al bene, che la guerra è necessaria come la pace, che di morte viene vita, che nulla al mondo si regala.
E quando avete, occhi fermi, deciso nulla vi tiene, quello solo è il fato. Occhi memori ve la ricordate tutta l'Asia passare l’Ellesponto con la potenza sua senza misura? Passavano per giorni di cammino le sterminate fanterie di Serse.
Le frecce tante da coprire il sole e tutto Foro che il mondo poteva.
Non passò. La Città restò sicura.
Occhi precisi, voi vedete è ancora lo stesso assalto, la stessa adunata.
Se Dio vorrà che la battaglia sia la battaglia sarà quella d'allora.
Serse non passerà. Noi passeremo.
Giuseppe Valentini

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 08.02.39

Citazione: Giuseppe Valentini, “Eroi: Achille; Ettore; Ulisse; Cesare; Napoleone,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2489.