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Titolo: Coro dell'Accademia di Orvieto

Autore: Corrado Pavolini

Data: 1936-06-26

Identificatore: 1936_64

Testo: Coro
dell' Accademia
di Orvieto
Dal prato che le cresce rompe in groppo di fogliame l’unisono delle foreste dentro le vene italiane.
Un volto preso dal sole, mille unanimi antichi volti fermi a scolpire parole per i miti dissepolti, giovani bocche, oh forti labbra all’inno rotonde! Respiro che i seni trasporta in gioia marina di onde, volontà infantile e materna di vincere e di proteggere!
In voi una voce si fa eterna, sa il mondo qual fede eleggere.
Vivo strependo il coro come incendiati ciocchi, brucia nei petti amore e un miraggio negli occhi, una figura di nostra terra che ci porta e sostenta in noi si stampa, severa e dolce legge ci rammenta:
obbedirla per sua degnità, essere più che figliuoli al suo grembo d’eternità che dissigillano i soli.
Chi, piante d’oro, conduce questo grido stormente a traboccar nella luce?
Una patria in te sente
innamorata attonita anche ciò che non dici, quercia fanciulla, musica dei venturi prodigi.
Corrado Pavolini.
Due recenti audizioni dei cori dell’Accademia femminile di Orvieto dove, com'è noto, si educano le future insegnanti di ginnastica, hanno suggerito a Corrado Pavolini questi versi, che non sono nè ambiscono ad essere poesia « civile », ma la forma puramente lirica d’un’emozione vera.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.06.36

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Citazione: Corrado Pavolini, “Coro dell'Accademia di Orvieto,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/2280.