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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-12-27

Identificatore: 1933_550

Testo: I libri della settimana
Baldini e l’Ariosto
Le celebrazioni del recente centenario ariostesco hanno avuto in Antonio Baldini un animatore tenace. In buona parte a lui si deve l'iniziativa di quella « Ottava d'oro » che è stata uno dei modi più originali e più degni d'onorare il cantore d’Orlando chiamando a parlarne, in Ferrara, gli uomini più rappresentativi dei diversi rami dell’attività nazionale. Poi durante l'anno centenario il Baldini ha menato la penna intorno al suo poeta ad ogni occasione che gli si presentava — libro, commemorazione, memoria — e alcuni di questi scritti (ma si veda il maggiore, il discorso in Difesa d'Angelica nel volume mondadoriano che raccoglie le conferenze ferraresi dell'Ottava d'oro) pubblica in un leggiadro volumetto al titolo di Ludovico della Tranquillità (ed. Zanichelli, Bologna 1933 - L. 8) che presenta con la marca di « divagazioni ariostesche ». Divagazioni dove, naturalmente, non si conduce il can per l’aia. Ogni capitolo ha le sue brave pezze d'appoggio, si riporta a una documentazione serrata e perentoria, è un saggio di critica storica condotto con la brillantatura che il Baldini da a tutte le sue prose letterarie e che ne fanno la festa d’ogni lettore di gusto. Intanto un carattere dell’Ariosto, la sedentarietà, non è di quelli che possano dispiacere al Baldini. Uno dei viaggi ariostei più memorabili fu quello di Roma nel 1513 dove il poeta assistette alla presa di possesso del Luterano da parte del neo-Pontefice Leone X. Ma Roma non gli piaceva: o meglio non gli piaceva muoversi, e i riflessi di paesaggio italiano e di colorilo mediterraneo nel Furioso sono in realtà « viaggi col dito », compiuti sedendo in quella famosa poltrona che oggi si conserva in una vetrina della Biblioteca di Ferrara e della quale il Baldini riproduce fuori testo il disegno e le misure («... umil tarlato scanno » dal quale « scioglie la voce il ferrarese Omero » com’ebbe a cantare il cittadino ferrarese Girolamo Baruffaldi oltre un secolo fa in occasione del trasporlo del monumento e delle ceneri del poeta). Viaggi col dito è un'immagine forse un po’ ardita, ma, dice il Baldini, « sta il fatto che quella seggiola fu veramente la caravella e l’aeroplano dell'Ariosto, uomo, asserisce un biografo del tempo, timido per l'ordinario e spaventoso assai nel passare acque e ponti ed alpi, nelle barche e nel cavalcare. Non che il poeta non avesse girato anche lui la sua brava parte di mondo, ma ciò era stato sempre più per forza che per amore, e il cuore ogni volta lo lasciava a casa... ». È bensì vero che il genio ariostesco ha caratteri di straordinaria confidenzialità e tutto il mondo è come casa sua. La scena del Furioso ha un'apertura smisurata e va dall'Italia alla Francia, dalla Bosnia alla Spagna, dall'Irlanda atta Siria, dal Giappone al Marocco, dal Tamigi alle bocche del Nilo. Nei « cinque canti » e nelle giunte all'ultima edizione del poema non mancano i riflessi boreali, e Olimpia è una valchiria su sfondi di mari nordici. Ludovico della Tranquillità, Ludovico « brav'uomo », fu un vero mostro di prudenza e ragionevolezza, più ancora del Boccaccio che ebbe da un contemporaneo il bel soprannome di Johannes Tranquillitatum, dal quale il Baldini ha derivato il suo per l'Ariosto: che, in un mondo di supéruomini armati e d'incantesimi, ha saputo spirare un’aria di affabilità straordinaria creando situazioni piene di cara tenerezza; e ci ha dato il libro di più buona compagnia che sia mai stato scritto, per tutti i gusti e per tutte le età.
Antonio Baldini.
Temi di Huxley
Le sei novelle di Aldous Huxley, ottimamente tradotte da Barzini junior e da Emilio - Ceretti, che compongono il. volume pubblicato col titolo Il sorriso della Gioconda nella collana « Medusa » di Mondadori (la « Medusa » si raccomanda ai lettori di gusto, oltre che per la scelta dei testi, anche, per la bontà e la garanzia delle traduzioni), appartengono a volumi huxleyani di tempi diversi e rappresentano per così dire esaurientemente i caratteri ed i limiti dell'arte dello scrittore, al quale dobbiamo, con Point counter point, uno dei panorami più interessanti e spregiudicati del mondo moderno, e con Brave New World un panorama utopistico del mondo futuro. Ma Huxley novelliere è da considerare a sè, uno scrittore che s’abbandona molto di più e si scopre, meglio che nei romanzi, uno psicologo che non cela sotto il velo dello scetticismo le sue simpatie umane, un ironista ed un umorista che non disconosce la. virtù del sentimento. La scelta fatta dal Barzini e dal Ceretti è da lodare senza riserve e l’avervi incluso il bellissimo racconto The Archimedes è un apporto definitivo alla conoscenza tra noi d'un Huxley ricco di pietà umana quanto di potere evocativo. Si aggiunga che alcuni di questi racconti si muovono su freschi e luminosi paesaggi italiani del tempo nostro: con tanto di personaggi in « camicia nera » (si veda il racconto Green tunnels). Il più recente romanzo di Huxley, Brave New World sopra citato (il titolo deriva da un passo del quinto atto della Tempesta di Shakespeare e frequenti sono, nel corso dell'opera, i temi scespiriani), appare anch’esso netta Collana « Medusa », tradotto da Lorenzo Gigli, col titolo Il mondo nuovo. Huxley immagina che il culto della macchina e della razionalizzazione spinti all'estremo abbiano bandito dalla terra tutti i vecchi sentimenti, ridotti gli uomini a delle specie di automi, esecutori perfetti delle funzioni loro attribuite, ma privi assolutamente di anima, incapaci di ricevere affetto. In questa società di esseri meccanizzati e perfetti si trova sbalzato un uomo selvaggio e primitivo. Istintivo, violento, sensibile a tutti gli affetti ed a tutti i sentimentalismi che sempre hanno dominato l'animo umano, egli si trova naturalmente a disagio in un mondo che è la negazione di tutto ciò e finisce per cozzare con esso e per essere trascinato atta morte dalle sue contrastanti passioni. Non era possibile infatti l’esistenza ad un vero nato di donna nel mondo degli esseri meccanizzati. Ma non è il caso qui di insistere sul romanzo, bensì di segnalare ai lettori la bontà della traduzione. Un’opera, di questo genere, e per la sua concezione stessa e per le espressioni usate, è tutt'altro che facile a rendersi in una lingua straniera. Gran parte dell’umorismo che è in essa minaccia di perdersi, vi è inoltre il pericolo di cadere talvolta, con una parola od una frase meno indovinata, nella volgarità. Lorenzo Gigli ha sormontato brillantemente queste difficoltà e ci ha dato una traduzione nella quale il libro dell'Huxley nulla perde della sua bellezza e della sua peculiarità e dalla quale il lettore italiano può avere una idea piena e completa di quella che è l'arte dello scrittore inglese.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 27.12.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/1360.