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Titolo: I cento libri necessari - Conclusione

Autore: Nicola Moscardelli

Data: 1933-09-20

Identificatore: 1933_412

Testo: I cento libri necessari
Conclusione
La proposta, lanciata da queste colonne agli editori italiani, dì raccogliere in una collezione i cento libri fondamentali dell’umanità, è stata qui, ed altrove, discussa e, come tutte le umane proposte, è stata approvata da taluni, respinta da altri, da altri ancora approvata ma giudicata di impossibile realizzazione.
Ringrazio vivamente gli Editori che hanno preso parte al dibattito e che l’hanno illuminato della loro esperienza.
Qualcuno ha desiderato più precise indicazioni circa la natura dei libri che dovrebbero formare la collezione. Sarà evidente che trattasi di libri di letteratura — per intenderci, da Platone, filosofo, a Dante, poeta, — quando sarà ancor più chiaramente inteso che la collezione si dirige allo spirito, non alla coltura degli i taliani. Per essere un bravo ingegnere io devo conoscere, poniamo, il manuale del Colombo; per essere un uomo io devo conoscere il Vangelo: quello serve alla coltura, questo serve allo spirito: ecco la differenza che passa tra l’una e l’altra cosa. In tal modo sarà anche chiarito quel punto che a taluni è sembrato quasi come una rèmora a pubblicare libri nuovi, moderni, scritti da noi. Qualcuno è arrivato ad accusarmi di voler io ridurre tutto lo scibile a cento volumi, vietando agli editori di pubblicare o pere nuove. Nell’estasi della polemica chi così mi accusava non ha riflettuto che, qualora il mio pensiero fosse stato davvero quello, io avrei dovuto cominciare col dare l’esempio, vietandomi di più pubblicar libri: mentre è invece vero il contrario: che cioè gli editori pubblicheranno come han fatto finora quanti libri nuovi vorranno, e dedicheranno invece una minima parte della loro attività alia ristampa ordinata di quelle opere indispensabili e che sono, o dovrebbero essere, il fondamento d’ogni iniziazione alla vita dello Spirito. E poichè la parola capolavori non necessari ha turbato qualcuno, spiegherò ancor meglio che io ritengo, e non io soltanto, che « Madame Bovary » sia un capolavoro: tuttavia l’ignoranza di essa è meno dannosa della ignoranza del « Fedone ». E su ciò basta.
Obiezioni veramente gravi non ne sono state fatte. L’editore Cappelli che sembrava il più contrario, quando io gli ho chiarito qualche equivoco. è diventato uno dei più convinti fautori.
L’editore Hoepli afferma che la impresa è « pressoché impossibile » perchè mutano i gusti da nazione a nazione, da tempo a tempo.
Verissimo. Se l’impresa fosse facile nè io l’avrei proposta nè gli editori avrebbero alcun merito a tentarla. Che poi gli umori degli uomini mutino, questo è bello, perchè questa è la vita. Come ha ben detto il prof. Verde della « Utet », noi dobbiamo scegliere in base alle nostre convinzioni, al nostro modo di vedere, e quindi di giudicare, il mondo. Fra quaranta, cinquant’anni verrà un tale il quale troverà l’idea balorda, pessima la sua (dato che sia realizzata) realizzazione. Per parte mia quel tale è fin da oggi scusato e, direi, incoraggiato. Il pendolo oscilla sempre da un estremo all’altro, da un eccesso all’altro: quando noi lo vediamo nel giusto mezzo e diciamo; — finalmente non va più da un'eccesso all’altro, finalmente è nel giusto — il pendolo è fermo. Questa è la legge della vita, e la vita ha sempre ragione. Io dico che ogni generazione dovrebbe fare l’inventario del patrimonio spirituale lasciato dall’umanità sulla terra. I naviganti in mare o in cielo ogni tanto « fanno il punto ». per conoscere esattamente dove si trovano. La scelta che io propongo sarebbe il punto della nostra navigazione.
Quanto all’altra osservazione dello stesso Hoepli che « sarebbe troppo comodo irreggimentare tutto lo scibile umano in cento cellule », evidentemente essa non è esatta, perchè egli stesso dice più giù che l’impresa è pressochè « impossibile ». Ma al di là della lettera resta lo spirito dell’osservazione: che cioè una scelta è opera di « standardizzazione intellettuale », e quindi da evitare. Non sono d’accordo. Noi scegliamo sempre: la vita è scelta. Dalla strada che imbocchiamo uscendo di casa, dal giornale che compriamo, dal vestito che indossiamo, dai cibi che mangiamo, dai libri che leggiamo — tutto è frutto di una scelta. La collezione dei cento libri sarebbe una scelta fatta non dal lettore, ma da persone capaci di farla. Ecco tutto.
Similmente indeciso è il Giannini nelle prime righe della sua risposta; ma francamente favorevole in seguito: sebbene mi faccia dire cosa che io non ho detto, e cioè che con questa collezione si risolve la crisi del libro. Non è nelle nostre intenzioni risolverla: sebbene la stampa dei buoni libri aiuti anche a risolvere le crisi, di idee o di libri.
L’Istituto Italiano d’Arti Grafiche si preoccupa di una questione di dettaglio: chi sceglierà i libri. Si provvederà anche a questo nel miglior modo possibile.
Francamente favorevole e disposto ad iniziar subito i lavori per la realizzazione si è dichiarato Enrico Bemporad. Lo ringrazio vivamente perchè la sua esplicita adesione ha dimostrato che l’idea non era una fantasticheria ed ha avviato quella verso la sua pratica attuazione.
Valentino Bompiani ci ha addirittura dimostrato che un’idea dello stesso genere egli stava tentando con Bontempelli. Benissimo.
Tirando le somme: su sei editori che hanno preso parte alla discussione (Bemporad, Bompiani, Hoepli, Giannini, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Utet), cinque hanno esplicitamente accettato l’idea della collezione e manifestato il proposito di esser disposti a consorziarsi per realizzarla (Bemporad, Bompiani, Giannini, Istituto Italiano di Arti Grafiche, Utet). Ciò dimostra, oltre tutto, che anche da noi si è finalmente capito che le imprese collettive sono nobili quanto quelle individuali: è anche questo, forse, uno dei segni del clima in cui viviamo.
La collezione dei cento libri necessari, dal limbo delle cose desiderate, si avvia dunque a diventar cosa certa. Molte altre difficoltà bisognerà vincere. Nulla oggi fa credere che esse siano invincibili. I lettori della Gazzetta saranno naturalmente i primi a conoscere la strada fatta dalla proposta.
Nicola Moscardelli

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 20.09.33

Citazione: Nicola Moscardelli, “I cento libri necessari - Conclusione,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/1222.