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Titolo: I cento libri da leggere

Autore: U.T.E.T., Valentino Bompiani

Data: 1933-09-06

Identificatore: 1933_394

Testo: I cento libri da leggere
Il « referendum » editoriale sulla nota proposta di Nicola Moscardelli si accresce oggi del parere di un altro autorevole competente, il prof. C. Verde dell'Utet.
La proposta di Nicola Moscardelli, di raccogliere in un centinaio di libri quanto di veramente immortale l’umanità di tutti i tempi e di tutti i paesi ha lasciato scritto, abbisogna, a mio giudizio, di qualche chiarimento. Giustamente il proponente osserva che questi cento libri debbono rappresentare l'indispensabile per ogni persona mediocremente colta, dovendosi trattare degli scritti fondamentali dell’umanità, di quelli ove «è consegnata, allo stato puro, una verità basilare » sia essa morale o filosofica o artistica.
Ora bisogna subito e ben chiaramente avvertire che se questi libri hanno da esser tali (fondamentali, indispensabili) devono inserirsi necessariamente, devono rappresentare parte integrante della nostra presente coltura, cioè del nostro presente momento storico, del nostro clima e del nostro orientamento politico, artistico, religioso, filosofico e in qualche modo costituirne come i naturali antecedenti storici. Non si tratta perciò di trascegliere — astrattamente — nella congerie dei nomi sommi e delle opere somme cento nomi e cento opere che si possano ritenere in assoluto le fondamentali — il che sarebbe facile inutile e sciocco — ma di trascegliere, movendo dalle nostre spirituali e concrete esigenze, quei cento nomi e quelle cento opere che relativamente a noi, relativamente a oggi, possono e si debbono considerare tipiche e costitutive della nostra coltura: il che è difficile, utilissimo e intelligentissimo. Nel primo caso si avrebbero cento opere che non servirebbero a niente e a nessuno, e rappresenterebbero tutt’al più un mero diletto intellettuale di sfaccendati, nel secondo, cento opere che sarebbero un indice manifesto dei nostri tempi.
In altre parole: i supposti cento geni dell’umanità cui dovremmo chiedere il pane dello spirito non sono i cento valori eterni acquisiti una volta per tutte, ma sono quei cento geni che vivificano l’aria spirituale che presentemente respiriamo e che sono destinati a cambiare magari tutti e cento subito che cambi l’atmosfera spirituale che ci circonda. Per questo appunto e solo in questo senso una collezione come propone il Moscardelli è opera utilissima e significativa per noi: diversamente si risolverebbe in uno dei tanti centoni che abbiamo già.
Una collezione siffatta deve essere in un certo senso quello che è per ciascuno di noi la nostra propria biblioteca: uno specchio esteriore della nostra forma mentis, un segno sicuro dei nostri gusti e delle nostre tendenze spirituali.
Una scelta di questo genere ritengo possa esser meglio affidata a qualche grande Maestro che viva, che senta la nostra cultura contemporanea in tutti i suoi aspetti più generali ed essenziali, piuttosto che a una commissione policroma di competenti, perchè è troppo evidente che la nostra cultura non è soltanto arte ma religione e filosofia e scienza e politica e che tutte queste molteplici voci devono vibrare unitariamente e armoniosamente nell’animo singolo di chi ha da scegliere.
Allora veramente e soltanto allora si darà vita a un’impresa necessaria e quindi eticamente buona ed economicamente vantaggiosa. Perchè in definitiva l’eticità dell’editore sta tutta e soltanto qui: fare opere necessarie, essendo che ciò che è necessario spiritualmente è sempre moralmente buono e sempre economicamente vantaggioso.
Verità lapalissiana a dirsi ma, ahimè, quanto complessa e quanto difficile a praticarsi!
Prof. C. Verde
dell’Unione Tipografico-Editrice Torinese.
Ecco la risposta dell'editore Valentino Bompiani di Milano:
Nel mese di marzo di quest’anno con Massimo Bontempelli ed altri si è cominciata a studiare, per incarico della mia Casa, una « Collana mondiale di scrittori supremi », che raccogliesse appunto gli scrittori tipici di tutti i popoli e di tutti i tempi. Il 31 marzo scorso scrivevo a Franco Ciliberti, al quale si deve un volumetto (I Creatori, editore Hoepli) di orientamento verso il sublime: « Penserei di dividere la Collana in settori, iniziando un settore alla volta e collegando l’uno all’altro con storie biografiche, quasi grandi ponti. Intitolerei la Collana « I Titani », col proposito di dare, come s’è detto, i punti d’arrivo. Si dovrebbe vedere alla fine che il pensiero, nei tempi e nel mondo, è collegato misteriosamente, come lo sono i mari più distanti ». Negli studi successivi si era giunti alla persuasione che la struttura della Collana dovesse essere a forma di piramide capovolta, in modo che, in qualunque stadio essa dovesse arrestarsi, avesse sempre i caratteri di una Collana organica e in sè completa, lasciando al tempo stesso la possibilità di allargarla con l’inserire nuove serie di volumi tra quelli già pubblicati. Un esempio grossolano e assurdo, ma che chiarisce il criterio, può esser dato da una divisione della Collana secondo il tempo: di ogni secolo il libro. In trenta o quaranta volumi la base sarebbe posta. Una seconda serie, a tempo dimezzato, per così dire, si inserirebbe quindi nella prima, e così di seguito. Prepareremmo il lavoro anche per i posteri, senza impedire, con la insostenibile imponenza di un programma bloccato, pur l’inizio dell’impresa.
Come si vede, qui un seme era gettato. Per parte mia mi associo con entusiasmo alla proposta di una impresa consorziale. Aggiungo che a Bontempelli il titolo « I Titani » piaceva poco: preferiva « I Sommi ».
Valentino Bompiani.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 06.09.33

Citazione: U.T.E.T. e Valentino Bompiani, “I cento libri da leggere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://www.dioramagdp.unito.it/items/show/1204.